Letture:
Sir.3,19-21.31-33;
Sal.67;
Ebr.12,18-19,22-24;
Lc.14,1.7-14 ,– “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”.
Comunione:
Quant’è grande la tua bontà, Signore;
la riservi per quelli che ti temono.
Il Beato Allamano dice che l’umiltà è come l’humus (NB. “Humilis” deriva da “humus” = terra.) su cui crescono i fiori di tutte le altre virtù, sempre più belli e profumati più sono irrorati dall’acqua dello Spirito Santo.
Il cristiano, anche dopo il Battesimo, conserva in sé la radice della prima superbia che lo portò a ribellarsi a Dio; debellare le tre forme fondamentali di questa superbia è il vero cammino verso l’umiltà e verso tutte le virtù cristiane.
Le tre forme di superbia sono:
1. quella esterna delle cose temporali;
2. quella intellettuale e volitiva, dell’intelligenza e volontà dell’individuo;
3. quella spirituale che porta a crederci buoni quando siamo ancora molto manchevoli in tutto.
- Umiltà - I grandi maestri di spirito dicono che l’umiltà consiste essenzialmente nel volgere il proprio sguardo al di fuori di se stessi, verso Gesù e verso le grandi realtà della fede, come la grandezza di Dio e la piccolezza dell’uomo, l’eternità e la limitatezza del tempo, la speranza del paradiso e la minaccia proveniente dalle nostre debolezze, la bellezza della santità e l’orrore del peccato.
- Per diventare umili, bisogna amare e ancora sempre ad amare; non disprezzare se stessi... È quello che ha fatto Gesù. L’amore misericordioso l’ha fatto scendere dal cielo. L’amore l’ha spinto sulle strade della Palestina. L’amore l’ha condotto a cercare i malati, i peccatori, i sofferenti. Lo stesso amore l’ha portato alla sua meta, il Calvario, dove “umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8). L’umiltà è stata la forma esteriore della sua carità divina e il suo accompagnatore esterno.
- La Madonna - L’umiltà è stata un atteggiamento proprio della santa Madre che, per la sua purezza, fu a Dio gradita e, per la sua umiltà, attirò Dio a sé, (virginitate placuit, sed humilitate concepit – S. Bernardo) perché Dio “resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia” (Gc 4,6). Maria era umile perché amava la volontà di Dio e tutti gli uomini di cui divenne Madre spirituale.
- Pratica dell’umiltà - Come possiamo noi praticare l’umiltà tanto esaltata nei Vangeli? La risposta è una sola nei suoi due risvolti:
1. amare Dio come principio di ogni dono, di ogni bene che abbiamo, da cui tutto procede, e che ci dà tante opportunità tutti i giorni della nostra vita terrena,
2. amare tutti i figli di Dio, tutti gli uomini, vicini e lontani, come nostri veri fratelli, a cui desideriamo e aiutiamo a raggiungere il vero bene. Ogni persona è nostro Signore, e in ognuna di esse noi abbiamo il privilegio di servire Gesù.
- L’umiltà con la povertà è il mezzo primo di annuncio del Vangelo di Gesù: lui che è nato povero ed umile, che dice ai suoi seguaci: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”, ha avvolto, quasi impacchettato, tutta la sua dottrina della paternità di Dio che vuole tutti gli uomini salvi, nella povertà totale di mezzi umani e di obbedienza alla volontà del Padre.
- Nella Chiesa i veri missionari, i mandati ad annunciare la dottrina di Gesù, sono solo coloro che hanno dato tutto a Gesù nella povertà dell’obbedienza. Essi hanno il cuore e l’anima pieni di Gesù, perché l’hanno svuotato di ogni cosa temporale, per cui la loro voce porta il timbro eterno di salvezza.
La povertà materiale della Madonna a Betlemme e a Nazaret fa risaltare la sua ricchezza di anima e di mente nella luce della sua Immacolata concezione.