Ascensione - Anno C

Pubblicato in Domenica Missionaria

Letture:
At. 1, 1-11;
Sal. 46;
Eb. 9, 24-28.10,19-23;
Lc.2 4, 46-53; “Mentre li benediceva si staccò da loro”.

 

Comunione:
Nel nome del Signore Gesù
predicate a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati. Alleluia.

 

Il monte degli Ulivi (luogo dell’Ascensione di Gesù) fu così il primo ponte lanciato da Gesù per la comunicazione sociale. Per questo oggi si celebra nel mondo la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali.

Luca colloca l’Ascensione di Gesù dopo 40 giorni, utilizzando un numero biblico significativo, in corrispondenza anche con i 40 giorni nel deserto che hanno preceduto l’inizio della missione di Gesù, dopo il Battesimo.

Significato:

Gesù Cristo, salendo al cielo per sedere alla destra del Padre, porta a compimento la celebrazione della sua Pasqua, e chiude il cerchio di quel grande mistero che è l’Incarnazione di Dio per la salvezza dell’umanità. L’evento dell’Ascensione, ultimo della vita terrena di Gesù, compie e illumina tutta la sua opera di salvezza. Venuto dal Padre, Gesù ritorna al Padre.

Intervallo:

È la festa dell’intervallo di tempo in cui Gesù Risorto scompare agli occhi dei suoi, iniziando con loro un altro rapporto nuovo, più efficace di prima con le sue apparizioni.

Questa partenza definitiva di Gesù significa che egli comincia una terza nuova permanenza nella storia dell’uomo. Egli è presente nel dono dello Spirito Santo. Questo è il tempo della Chiesa Missionaria e della testimonianza che il cristiano dà, aiutato dallo Spirito di Gesù: “mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra”.

Guardare:

 La festa odierna è un invito a “guardare in alto e a guardare in basso”:

A guardare “in alto”, per attingere le motivazioni per la nostra identità cristiana, durante la vita terrena in unione con i fratelli e sorelle che camminano con noi. Anche se è salito al Cielo, Gesù continua ad essere sempre con noi. «Egli non si è separato da noi, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui saremo anche noi, uniti nella stessa gloria» (dal Prefazio). Fin da adesso pensiamo spesso a questa gloria che ci attende nei Cieli. In Gesù risorto e asceso al Cielo, noi contempliamo quella che sarà anche la nostra meta finale.

La festa di oggi ci insegna che non siamo stati creati per questa terra, ma per il Paradiso. Solo lì i nostri cuori troveranno la vera pace.
A guardare “in basso”, per essere nel mondo come l’anima per il corpo. Animare la nostra Chiesa, la nostra comunità, la nostra società. Animare significa “Fare vivere”. Anche se tante saranno le prove da superare, abbiamo però un porto sicuro ove rifugiarci: la preghiera. Con la preghiera, che giustamente è stata definita l'«elevazione della mente a Dio», noi ci innalzeremo al di sopra di tutte le miserie umane e attingeremo la forza per affrontare meglio i doveri della nostra giornata.

Aspettativa: Leggiamo nel libro degli Atti che dopo l’Ascensione, gli apostoli e i discepoli di Gesù ritornarono pieni di gioia e “tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù e con i fratelli di lui”, mentre aspettavano la venuta dello Spirito Santo.

Facciamo così anche noi in questi giorni di “novena dello Spirito Santo”, e lasciamoci guidare da Maria SS., attendendo lo Spirito Santo nella festa di Pentecoste.

Mettiamoci anche noi “Con Maria, la Madre di Gesù”, forse con qualche pratica mariana particolare, anche solo in casa: il Rosario in famiglia, insieme; la lettura di un breve passo del Vangelo; una piccola elemosina a favore dei bisognosi …

Forse, per la prima volta, la piccola comunità con Maria, la Madre di Gesù, ha pregato il «Padre Nostro».

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