XIV Domenica - T.O. - Anno B

Pubblicato in Domenica Missionaria

Letture:
Ez.2,2-5;
Sal.122;
2Cor.12,7-10;
Mc.6,1-6 - Nazareth

Canto al Vangelo:
Alleluia, alleluia
Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio.

Il fallimento apparente delle opere di Dio è perché quelle sono distrutte dalla superbia umana.

Nazareth nel vangelo non è che un insignificante villaggio. Può forse venire qualcosa di buono da Nazareth? si diceva con ironia. Ed oggi vediamo Gesù giungere a Nazareth, sua patria; ivi era cresciuto, ivi aveva lavorato come falegname o carpentiere. Non compaiono né Giuseppe e il suo laboratorio, ma c’erano la mamma Maria e i suoi parenti, citati indistintamente secondo il linguaggio ebraico, fratelli e sorelle. Tutto il villaggio era in fermento per l’arrivo del loro Gesù, famoso ormai in tutta la Galilea come un rabbi, un dottore. E Gesù arriva quasi in veste ufficiale con cinque dei suoi discepoli.

Stava per concludersi la seconda tappa del ministero di Gesù. Alla giornata delle parabole era seguita una giornata di grandi miracoli: una burrasca si era calmata ad un suo comando, una donna emorroissa era guarita al suo tocco, una giovinetta era stata risuscitata. La sua fama si era diffusa in tutta la Galilea.

La prima reazione dei presenti fu di stupore e di ammirazione: chi gli ha data tanta sapienza? Come valutare i prodigi delle sue mani, pur sempre mani callose da carpentiere? Interrogativi che non avrebbero dovuto sfociare che in un atto di fede e di accettazione del suo essere divino. Invece la meraviglia non si mutò in fede e Gesù lo dice loro, che non avrebbe potuto compiere nella sua città gli stessi prodigi che compiva altrove. A quelle parole la sorpresa si trasformò in ostilità. Come possiamo dargli credito? E lo cacciarono via (secondo S. Luca tentarono di precipitarlo).

Gesù percorreva i villaggi predicando la Buona Novella.

Gesù ha voluto provare il fallimento, l’insuccesso, proprio nel posto più caro e più intimo. Davanti a Maria, sua Mamma, alla cui richiesta aveva compiuto il primo miracolo a Cana; davanti a Maria e i suoi parenti, riferiti come fratelli e sorelle.

Ezechiele fallisce – prima lettura – Non solo non lo ascoltano, ma non lo vogliono neppure riconoscere come profeta.

Paolo fallisce – seconda lettura – e la spina che lo tormenta non gli sarà tolta, “la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”.

Gesù esperimenta tanti altri insuccessi: ricordiamo in Giov. 6,66-68 “Volete andarvene anche voi?”, chiede agli apostoli dopo che la gente se ne era andata: proprio quando prometteva il dono più bello: l’Eucaristia.

Inoltre, la sua morte in croce fu considerata come fallimento: i due discepoli di Emmaus dicono, “Noi speravamo che fosse il Salvatore… ormai sono tre giorni…”

Se Gesù ha voluto sperimentare questi “insuccessi”, vuol dire che il piano della salvezza, che ha operato morendo in croce, è più profondo, più grande della nostra intelligenza. Forse Dio vuole farci capire che solo se scaviamo via dal nostro cuore il nostro io di superbia, possiamo riempire il cuore di salvezza.

Ogni insuccesso, anche nelle cose buone, è togliere sempre di più il nostro io per fare posto a Gesù. Quando il nostro cuore conterrà solo più Gesù, avremo raggiunto la salvezza e la santità. Quando in noi agirà solo Gesù, avremo raggiunto il successo.

Quanti insuccessi nella nostra vita! Se vogliamo essere sinceri, dobbiamo ammettere che tutte le nostre azioni sono o totale insuccesso oppure contengono una parte di insuccesso, perché sempre dobbiamo fare spazio nel nostro cuore, togliendo via il nostro, perché Gesù lo occupi, perché la grazia cresca, perché la santità fiorisca.

Beato Pier Giorgio Frassati e Santa Maria Goretti – commemorazione in questi giorni – appaiono due fallimenti: uno è morto a 24 anni dopo aver appena organizzato una nuova società cattolica in Torino che chiamava “I Loschi” in soccorso dei poveri che vivevano nelle soffitte.; l’altra viene uccisa a 14 anni, prima di cominciare la sua vita terrena. Invece sono due santi: totale redenzione e totale santità e totale successo.

D’altra parte, la vita della Madonna a Nazaret, durante la vita pubblica di Gesù e sul Calvario sembra alla mentalità umana un completo fallimento. Invece è Lei che ha portato la salvezza eterna al mondo intero.

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