È stato l’Allamano ad introdurre al santuario la “Novena alla Consolata”, secondo la testimonianza processuale del Can. Giuseppe Cappella: «Per sua iniziativa, venne stabilita la novena solenne predicata in preparazione alla festa della Consolata».1
Esiste una novena alla SS. Consolata composta dal beato Giuseppe Allamano. Nell’archivio generale dell’Istituto, dove si conservano i manoscritti dell’Allamano, si trova un quaderno, composto dallo stesso Allamano (cm 22 x 32) di 20 fogli scritti davanti e nel verso (40 pagine).2 Lo scritto, a penna in inchiostro nero, è più ristretto della pagina (cm 13) ed occupa la parte verso l’esterno, lasciando all’interno uno spazio di cm 8, nel quale sono scritte, ogni tanto, alcune note. C’è una copertina della stessa carta, con una scritta in rosso, fatta in tempo posteriore, sul frontespizio: «Novena SS. Consolata». Il tutto si presenta ordinato, con le linee della scrittura ben diritte e gli spazi regolari. C’è qualche cancellatura.
Il modo di esporre il contenuto della novena è pure molto ordinato: ogni giorno, la predica inizia con una citazione generalmente presa dall’Ufficio della Consolata, che, a sua volta, spesso è desunta dalla Bibbia.3 Segue poi lo svolgimento della predica, diviso sempre in tre punti, con diverse citazioni dirette o indirette del pensiero di Santi Padri, o di altri santi più conosciuti dall’Allamano. Ogni punto inizia con l’esposizione dell’argomento trattato e termina con un incoraggiamento di tipo ascetico e morale. Al termine di ogni giorno c’è sempre una preghiera a Maria, con l’invito a recitare 7 “Ave Maria”. La prima di queste preghiere è la traduzione dell’oremus della Consolata, mentre le altre sono composte in relazione al tema trattato e a volte contengono concetti desunti da preghiere classiche. I temi sono suddivisi in nove giorni, più il giorno della festa, per cui le trattazioni in tutto sono dieci. Il tono generale e lo stile sono molto caldi. A volte sembra che sia più il cuore a parlare. La Madonna è abitualmente la “cara Consolata”.
Non è facile dire se questa novena sia stata predicata o no. Da un esame interno, sembra che non sia stata predicata dall’Allamano nel santuario. Nel bolettino della Consolata, che ogni anno pubblicava il nome del predicatore della novena, l’Allamano non appare mai. Sembra piuttosto che sia stata composta per essere pubblicata. Il discorso è indirizzato al “lettore” e non all’ascoltatore.4, E, per di più, la forma è troppo curata in confronto a come l’Allamano prepara i suoi appunti per le prediche o le conferenze. Però, non sembra neppure che la novena sia stata pubblicata, non essendoci traccia da nessuna parte, mentre si conosce una “Novena storica a Maria SS. Consolata” pubblicata dal Can. Luigi Boccardo nel 1919, con il “nulla osta” dell’Allamano.5
È difficile, inoltre, stabilire la data di composizione. Sr. Krystyna E. Jaciów, nella sua tesi di dottorato, parlando della spiritualità mariana dell’Allamano incentrata nella Consolata, ricorda tra gli scritti anche questa novena, ed afferma: «Questo testo non è datato, ma lo stile e la calligrafia confrontata con altri scritti indicano che esso risale al primo periodo dopo il 1885 e senz’altro prima del 1900».6 Però questa affermazione non va presa come assoluta, anche se molto probabile.7
C’è ancora da precisare il concetto di “consolazione” che i cristiani ricercano da Maria e che l’Allamano presuppone nel comporre questa novena. Non c’è dubbio che qui si tratta della “consolazione dalle afflizioni”. E le afflizioni umane, per l’Allamano, sono molte. Ogni giorno ne viene evidenziata una. Esse sono: il peccato, o la freddezza spirituale, o il dubbio; le preoccupazioni terrene per il lavoro, per l’educazione dei figli, per lo studio, ecc; la povertà; le indisposizioni fisiche, le malattie, le epidemie, l’abbandono; le disgrazie naturali; le guerre; la morte. L’Allamano al nono giorno sottolinea la necessità di consolare Maria, afflitta dai nostri peccati. Infine, il giorno della festa, è riservato alla gioia: “rallegrati Gerusalemme”, essere consolati con Maria.
Nel presentare tutte queste afflizioni, l’Allamano dimostra un vero senso pratico e una profonda conoscenza delle diverse realtà in cui le persone vengono a trovarsi. Nonostante la sua vita piuttosto riservata all’interno del Santuario e del Convitto della Consolata, l’Allamano qui appare come uno che vive a contatto con la gente, un pastore e un esperto di bisogni umani.
Infine, non possiamo non notare che nella novena non appare nessun cenno di carattere missionario. C’è grande attenzione ai lontani, ai peccatori, ma non si parla di non cristiani. Pare evidente che la novena è preparata piuttosto in funzione dei fedeli del Santuario.
TEMI E SCHEMA
L’Allamano, in pratica, presenta un tema unico, che può essere così espresso: Maria è nostra “Consolatrice” ed è da noi “Consolata”. Qui riportiamo, per ogni giorno: la citazione iniziale che inquadra l’argomento; l’inizio di ognuno dei tre punti in cui è divisa la predica, con la rispettiva esortazione pastorale; la preghiera finale.
Ave Consolatrix, quaemoerores sedasti,
oppressorummolestias lenisti,
nostrasqueoppressionessustulisti. (S. Efrem)