Giubileo della vita consacrata: Pellegrini di Speranza e Artigiani di Pace

Presentazione musicale “Sinfonia della Pace” di Sonia Nifosi Studio Presentazione musicale “Sinfonia della Pace” di Sonia Nifosi Studio Foto: Jaime C. Patias

Il Giubileo della Vita Consacrata, promosso dal Dicastero per l’Evangelizzazione e dal Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha riunito a Roma, dal 8 al 11 ottobre, circa 4.000 consacrate e consacrati, provenienti da circa 100 Paesi.

Tra loro religiosi e religiose, monaci e contemplative, membri degli istituti secolari, appartenenti all’Ordo virginum, eremiti e rappresentanti delle nuove forme di vita consacrata, si sono messi in cammino come pellegrini di speranza, per attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro e vivere un tempo di grazia e comunione.

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Messa presieduta dal Papa Leone XIV nella Piazza San Pietro 

Dopo aver varcato la Porta Santa della Basilica vatinaca nel pomeriggio dell'8 ottobre, il giorno seguente i pellegrini si sono radunati in Piazza San Pietro per la Messa presieduta da Papa Leone XIV. Nell’omelia, il Pontefice ha ripreso i tre verbi della preghiera tratti dal Vangelo di Luca - chiedere, cercare e bussare - come icone dei voti evangelici: chiedere nella povertà, cercare nell’obbedienza, bussare per portare al prossimo la carità di Cristo. Ha invitato i consacrati e le consacrate a fare memoria della propria vocazione, a riportare al cuore quanto il Signore ha compiuto per moltiplicare i talenti, accrescere la fede e rendere più generosa la carità. Testimoni viventi del primato di Dio, sono chiamati a diffondere nel mondo l’ossigeno del suo amore: un amore concreto, fedele e duraturo.

Il Giubileo ha incluso nel programma incontri specifici per ogni forma di vita consacrata distribuiti in diversi luoghi di Roma: nell’Aula Paolo VI, Aula Nuova del Sinodo, Università Santa Croce, Curia Generale dei Gesuiti, Università Urbaniana e nella sede della UISG. Sono stati momenti di riflessione e condivisioni di esperienze, di conversazione nello spirito, secondo il metodo sinodale.

Incontro con la città di Roma

I consacrati e le consacrate hanno anche incontrato la città. Tre piazze si sono trasformate in spazi di dialogo. Tre luoghi geografici, tre dimensioni dell'esistenza umana che si intrecciano: la fraternità che abbatte i muri, l'ascolto che ridona dignità, la cura che ricuce gli strappi nel tessuto del creato. Esistono persone che abitano le periferie dell'attenzione collettiva, a cui la vita consacrata cerca di dare voce e dignità. La terra ferita, il grido dell'ambiente che da decenni chiede attenzione, la necessità di un nuovo paradigma di relazione con il mondo naturale. Non più dominio ma custodia, non più sfruttamento ma reciprocità.

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Vita consacrata: soffio di Dio

Il 10 ottobre, dopo la Messa presieduta dal cardinale George Jacob Koovakad, Suor Simona Brambilla, MC, prefetta del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha rivolto un saluto ai partecipanti e ha proposto l’immagine dello yobel, il corno che nella tradizione ebraica annunciava l’inizio del Giubileo, come simbolo della vita consacrata chiamata a essere canale vivente del soffio di Dio.

“Persone diverse, provenienze, culture, esperienze ecclesiali diverse, diverse forme di vita consacrata, diversi carismi”, ha detto la Prefetta. “Siamo come tanti yobel, ognuno con il suo suono unico e irripetibile, ma chiamati a suonare insieme la sinfonia del Giubileo della speranza”.

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Papa Leone XIV e Suor Simona Brambilla, MC

La riflessione si è arricchita con le testimonianze video “Semi di speranza” e con due momenti artistici del Sonia Nifosi Studio: “Rami di Speranza”, viaggio danzato alla ricerca della propria missione, e “Sinfonia della Pace”, preghiera di redenzione che intreccia arte, musica e fede.

Nel suo intervento, padre Giacomo Costa, SJ, consultore della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, ha invitato a leggere il cammino giubilare come un passaggio dall’“io” al “noi”. “Quante volte ci troviamo davanti a un muro e ci chiediamo se esista una via d’uscita. Siamo chiamati a convertirci dal nostro individualismo missionario”, ha detto, “per passare dall’io al noi”.

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Gruppo di volontari per i diverse servzi durante il Giubileo

Papa Leone: una missione entusiasmante

Momento speciale è stato l'incontro con il Papa Leone XIV che ha posto al centro del suo Messaggio lo spirito della sinodalità, indicandolo come via imprescindibile per la Chiesa del nostro tempo. Il Pontefice ha esortato i consacrati e le consacrate a rimanere fedeli a questo cammino, chiamandoli a vivere una missione entusiasmante, fatta di un “dialogo domestico” che rinnova ogni giorno il Corpo di Cristo nelle relazioni, nei processi e nei metodi della vita ecclesiale. Ha ricordato che la Chiesa oggi chiede loro di essere testimoni speciali della comunione, capaci di camminare insieme con tutta la grande famiglia di Dio, condividendo la gioia della vocazione, superando divisioni, perdonando e chiedendo perdono per le chiusure dell’autoreferenzialità. «Lavorate — ha detto — a diventare, giorno per giorno, sempre più esperti di sinodalità, perché è in questo stile che la Chiesa riconosce il volto di Cristo che cammina con noi».

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“Molte lingue – un solo cuore per la pace” è stato il tema di un momento di preghiera svoltosi contemporaneamente venerdì sera in varie chiese di Roma e in diverse lingue. In un clima di raccoglimento e unità, le comunità si sono unite in un’unica supplica per la pace, sigillando la giornata come testimoni di una missione che entusiasma e rinnova la vita del mondo.

Pellegrini di Speranza e Artigiani di Pace

Come diventare operatori di pace in un mondo dilaniato da conflitti? Dopo aver meditato sulla Speranza, i consacrati e consacrate hanno affrontato il secondo tema centrale dell’incontro: la Pace, la sfida più urgente del nostro tempo.

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Un momento durante la foto ufficiale dei participanti al Giubileo

Nella celebrazione eucaristica del 11 ottobre, il cardinale Ángel F. Artime, Pro-Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha esortato i partecipanti a essere “profeti di speranza” e “portatori di acqua viva”, sottolineando che la vera fecondità della vita consacrata nasce dall'ascolto e dalla custodia della Parola di Dio, sull'esempio di Maria. Ricordando San Giovanni XXIII nell'anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II, il Cardinale ha invitato ad ascoltare lo Spirito con semplicità e coraggio, custodire la bontà come linguaggio universale e restare liberi e obbedienti.

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La mattinata è proseguita con la riflessione sulla pace di Sr. Teresa Maya, CCVI, ex presidente della Conferenza di Superiore Maggiori LCWR, intervallata da momenti di animazione con canti, danze e video. Sr. Teresa ha stimolato i partecipanti a diventare costruttori attivi di pace-shalom attraverso l'incontro autentico con la realtà, specialmente con i poveri e gli emarginati, sull'esempio di San Francesco d'Assisi. Ha sottolineato inoltre che la pace non è assenza di conflitto ma dono spirituale che richiede riconciliazione continua, memoria storica e una spiritualità capace di riconoscere le proprie fragilità nelle loro società polarizzate.

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I partecipanti al giubileo hanno avuto anche un Workshop su tecniche di mediazione e di gestione dei conflitti, tenuto dall’equipe di Padre David McCallum, SJ, direttore del Discerning Leadership Program e membro della Commissione Metodologica della Segreteria del Sinodo. I consacrati sono stati invitati ad ampliare il loro repertorio di stili di gestione dei conflitti, a coltivare una cultura dell'ascolto, ad acquisire competenze per trasformare conversazioni difficili.

Il Giubileo si è concluso nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, nella notte del sabato 11 ottobre, dove i consacrati e consacrate hanno rinnovato la professione di fede attraverso il Credo proclamato dai cinque continenti con segni simbolici e rinnovando il loro “sì” alla consacrazione come “pellegrini di speranza sulla via della pace”.

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Commentando il brano del Vangelo sulla visitazione (Lc 1,39-56), Suor Simona Brambilla, MC, ha indicato Maria come modello: “Una vita consacrata nel segno di Maria diventa spazio di rilettura profonda della storia, sguardo profetico sulla realtà incarnato da ‘donne e uomini delle Beatitudini che ancora nella tribolazione già vedono l’invisibile’. Diviene luogo di dialogo e di incontro, ponte sul quale le diverse esperienze e sapienze possono transitare, trovarsi, scambiarsi doni; diviene ambiente sicuro e rispettoso nel quale relazioni di vera reciprocità possono nascere e crescere”.

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Nel messaggio finale, i consacrati si sono impegnati a essere presenza di ascolto e cura nei luoghi più difficili del mondo, promettendo di continuare a costruire la pace partendo dai più poveri e invisibili.

Con la speranza rafforzata e gli strumenti di pace affinati, i partecipanti lasciano Roma, pronti a portare questa “armonia feconda nella diversità” nelle strade del mondo. Li ha esortati Suor Simona Brambilla (foto sopra): “Allora, andiamo, fratelli e sorelle! Andiamo, pellegrini di speranza sulla via della pace, portando con noi l’esperienza vissuta per custodirla nel cuore e per condividerla con chi incontriamo!”

* Ufficio per la comunicazione con informazioni di Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

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Ultima modifica il Martedì, 14 Ottobre 2025 22:45

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