Il missionario della Consolata italiano, padre Valeriano Paitoni è mancato il 5 ottobre 2025 ad Alpignano, in Italia all'età di 76 anni. Con 53 anni di vita religiosa e 48 di sacerdozio, ha dedicato la sua vita al servizio missionario, lasciando un'eredità di solidarietà, coraggio e amore verso gli altri.
Nato a Pontevico nella provincia di Brescia, il 24 dicembre 1948, padre Valeriano è cresciuto in una famiglia profondamente cristiana, imparando il valore della fede, della semplicità e del servizio.
Ispirato da San Giuseppe Allamano, Fondatore dei missionari e delle missionarie della Consolata, decise di dedicare la sua vita alla predicazione del Vangelo e al conforto di coloro che soffrono. Emise la professione religiosa nell’Istituto a Certosa di Pesio il 10 settembre 1972 e fu ordinato sacerdote a Pontevico il 19 marzo 1977.

Celebrazione missionaria in Brasile. Foto: Archivio IMC Brasile
Missione in Brasile: Cascavel e San Paolo
Pochi mesi dopo, nella seconda metà del 1977, fu inviato in Brasile, un Paese che lo accolse e a cui dedicò tutto se stesso per oltre trent'anni. Iniziò la sua missione a Cascavel, nel Paraná, lavorando con i giovani seminaristi e nella pastorale familiare in particolare con i poveri. La sua umile presenza gli valse la fiducia delle comunità.
Successivamente, ha prestato diversi servizi missionari a San Paolo e nelle parrocchie di Nostra Signora di Penha, a Jardim Peri, e di Nostra Signora di Fatima, nel quartiere di Imirim. In quest'ultima, si è distinto nell'affrontare la sfida dell'HIV/AIDS in un periodo di paura, disinformazione e pregiudizio, accogliendo bambini e famiglie colpite e mobilitando la comunità per la cura e la solidarietà.

Padre Valeriano nella lotta contro i pregiudizi e l'ignoranza sull'AIDS. Foto: Archivio IMC Brasile
Casa d’accoglienza: amore che trasforma
Ispirato dal V Congresso Missionario Latinoamericano (COMLA V) nel 1994, ha fondato la Società Padre Costanzo Dalbésio, dando vita alle case d’accoglienza “Lar Betânia”, “Casa Siloé”, “Lar Suzanne” e “Villa Vitoria”, che offrivano non solo assistenza medica, ma anche affetto, istruzione e dignità a bambini, adolescenti e giovani con HIV/AIDS. Padre Valeriano ricordava sempre che "all'inizio, quando il mondo ha iniziato a identificare i primi casi di HIV/AIDS avevamo anche noi paura... Ma l'amore ha vinto la paura. Oggi, la sfida più grande continua a essere il pregiudizio e l'ignoranza".
Maria Lúcia de França, una volontaria che lavorava con Padre Valeriano, dopo aver appreso della sua scomparsa, ha sottolineato la sua eredità e la sua fede: "Ha affrontato così tante guerre per il bene dei bambini... La sua gioia era vederli felici. Quando era nel bisogno, andava a Brasilia, la capitale Federale, a ricercare le medicine. Diceva sempre: 'Puoi perdere tutto, ma non perdere mai la fede in Dio'".

Celebrazione nella Comunità São João Batista, Imirim, San Paolo
Centinaia di bambini, adolescenti e giovani affetti da HIV/AIDS sono passati per le loro case d’accoglienza, molti dei quali sono stati adottati o accompagnati fino all'età adulta. Un bambino in adozione ha raccontato: "Quando ero piccolo, mia madre mi diceva: Padre Valeriano è stato il tuo primo padre. Voglio fare il pompiere, salvare vite come ha fatto lui".
Ritorno in Italia e Missione alle Fonti del Carisma
Tornato in Italia nel 2012, ha continuato il suo ministero come artigiano nella ristrutturazione della Casa Natale di San Giuseppe Allamano e San Giuseppe Cafasso a Castelnuovo Don Bosco e in diverse parrocchie del Piemonte, fino a quando l'Alzheimer lo ha costretto a ritirarsi dalle sue attività nel 2022.

Parrocchia di Nostra Signora di Fatima, Imirim, San Paolo
Da allora in poi, ha risieduto presso la Casa dei Missionari della Consolata ad Alpignano, assistito da confratelli e professionisti. Anche se limitato dalla malattia, la sua presenza serena e il suo sorriso continuavano a testimoniare la sua fede, come ricorda un confratello: "Padre Valeriano era un vero discepolo dell'Allamano: un uomo di profonda fede e di cuore misericordioso".
Esempio di fede e speranza
Padre Valeriano lascia un'eredità di compassione e Vangelo vissuto, aprendo le porte all'accoglienza dei "vulnerabili" del suo tempo. Come missionario della Consolata, incarnava lo spirito di San Giuseppe Allamano, che chiedeva ai suoi figli spirituali di essere "santi missionari".

Padre Valeriano ad Alpignano (2023) con missionari brasiliani e missionari che hanno lavorato in Brasile
Marlene Ribeiro, volontaria presso le case di accoglienza, ha affermato che Padre Valeriano era un "uomo intenso, giusto e accogliente. Non risparmiava sforzi per aiutare. Oggi piangiamo, ma sappiamo che riposa in pace".
Ogni gesto di solidarietà e di vita trasformata riflette il Vangelo da lui proclamato:
"Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10). Pertanto, Padre Valeriano rimane un esempio di dedizione missionaria, dimostrando che il servizio, l'amore e la fede possono trasformare vite e offrire speranza anche nei contesti più difficili. La sua eredità ispira missionari, volontari e fedeli a vivere la missione con coraggio, semplicità e compassione.
* Padre Júlio Caldeira, IMC, maestro dei novizi a Manaus, Brasile.










