Il centenario della morte del nostro Fondatore, San Giuseppe Allamano (16 febbraio 2026) rappresenta un'opportunità straordinaria, quasi un segno della Provvidenza, per esaminare l'autenticità e la generosità del nostro amore e interesse per lui, e ancor di più, il nostro desiderio di rinnovarci nella fedeltà al suo carisma.
Le celebrazioni del centenario della nascita al cielo del nostro Fondatore devono impegnare ogni membro e comunità dell'Istituto nella realizzazione di almeno due scopi: il rinnovamento spirituale e l'attualizzazione dell'impegno missionario. Sono proprio questi i messaggi che il nostro Fondatore vuole tenere a mente.
Il rinnovamento spirituale
Il primo obiettivo delle celebrazioni è il rinnovamento spirituale, in conformità con l'identità e le esigenze della nostra vocazione missionaria, arricchita dal carisma della vita religiosa. Ogni discorso e celebrazione del nostro Fondatore che non si traduca in un impegno concreto per la spiritualità e la nostra santificazione è un segnale di inautenticità e mancanza di sensibilità verso il suo spirito, che deve rendersi presente in mezzo a noi. Conosciamo la sua costante preoccupazione e il suo forte desiderio che: «assolutamente l'Istituto si perfezioni e viva una vita perfetta... Pertanto, chiunque non diventi santo non solo per sé stesso ma anche per l'Istituto, ne vanifica lo scopo... Come missionari, dovete essere non solo santi, ma superlativamente santi».

La vita spirituale voluta da San Giuseppe Allamano è alimentata da una solida pietà eucaristica, si esprime in un caldo e sincero spirito di famiglia, in un anelito missionario per la salvezza di tutti e nel dinamismo della operosità. Una tale spiritualità fiorisce nella devozione mariana e nell'amore per la Chiesa, in obbedienza all'autorità; ed è permeata da una fede viva in Dio, alimentata dalla fervente celebrazione del mistero di Cristo nella liturgia. Questi sono, in sintesi, gli elementi che compongono e incarnano lo spirito e la santità di Padre Allamano; queste celebrazioni giubilari ci invitano a riflettervi, a viverli più profondamente, ispirandoci all'esempio e alla dottrina del nostro Fondatore.
L'impegno missionario
Il secondo obiettivo è l'attualizzazione del nostro impegno missionario. La celebrazione del centenario della morte del nostro Fondatore deve essere animata da un intenso spirito missionario, che a sua volta dovrà riflettersi e incarnarsi nella vita delle comunità cristiane con cui operiamo. Crediamo che il messaggio missionario del Fondatore possa e debba esprimersi in tre direzioni e atteggiamenti di pensiero e azione:
a) Garantire che la nostra vita spirituale abbia un'anima e un'espressione missionarie, come il Fondatore intendeva;
b) Valutare lo stile, lo spirito e il metodo delle nostre attività e opere, sia apostoliche che di formazione e di evangelizzazione: tutto deve riflettere la nostra identità missionaria;
c) Partecipare all'evangelizzazione delle Chiese locali, siano esse giovani o consolidate.
La missionarietà della Chiesa locale ci sembra un aspetto chiave del messaggio missionario del Padre Fondatore, che scaturisce dalla sua vita e dalla fondazione di due Istituti; e oggi è fortemente avvertita a livello della Chiesa universale e delle Chiese particolari. Sta a noi evidenziarla, vivendola e interpretandola secondo le situazioni e le aspettative delle diverse comunità ecclesiali.

La tomba di San Giuseppe Allamano presso la Casa Madre IMC a Torino, Italia
Il Padre Fondatore vive oggi nell'opera missionaria dei due Istituti da lui fondati. Non possiamo, quindi, concludere queste semplici considerazioni senza un accorato invito ad approfondire o riscoprire il volto spirituale e gli insegnamenti del Fondatore. Ritornando alla Vita Spirituale, che riporta le sue parole vive, intrise di semplicità, concretezza e saggezza, e vedendole incarnate nella sua vita, come raccontato dalla testimonianza di tanti Confratelli, riscopriremo tesori inesplorati, insospettati o dimenticati, che rinnoveranno il nostro ardore missionario. Siamo pertanto invitati ad attingere al materiale in nostro possesso per giungere a una comprensione sempre più profonda di San Giuseppe Allamano, della sua vita, dei suoi insegnamenti e della sua missione.
Sarebbe importante che, come individui e come comunità IMC, ci prendessimo del tempo per verificare serenamente la nostra conoscenza del Fondatore, soprattutto in questo periodo in cui ci avviciniamo al culmine delle celebrazioni del centenario della sua morte.
Con i nostri Istituti che assumono sempre più un volto africano, sollecitiamo il contributo di riflessioni e di interpretazioni da parte dei nostri giovani missionari che sicuramente ci aiuterebbero ad ampliare e qualificare maggiormente, anche a livello culturale, la nostra comprensione del Fondatore e dei suoi insegnamenti. Le loro riflessioni e interpretazioni, insieme a quelle agli studi ed approfondimenti che già conosciamo, potrebbero dar vita ad una “interscambio” fraterno, di arricchimento reciproco attorno alla figura del nostro Santo Fondatore, il nostro Padre comune e dal quale traiamo ispirazione.
Chiediamo a Maria Consolata che, guardando al nostro Fondatore e approfondendo il suo spirito e il suo messaggio, possiamo ricevere da Dio la grazia di riconoscerci meglio in lui e di rendere una testimonianza missionaria più valida e autentica del suo carisma nella Chiesa e nel mondo di oggi.
* Padre Jonah M. Makau, IMC, Postulatore










