Catechesi Giubileo 2025. La vita di Gesù. Gli incontri

Pellegrinaggio dei missionari e missionarie della Consolata delle comunità di Roma e Nepi  alla Porta Santa Pellegrinaggio dei missionari e missionarie della Consolata delle comunità di Roma e Nepi alla Porta Santa Foto: Jaime C. Patias
Pubblicato in Missione Oggi

È stata pubblicata dalla Sala Stampa della Santa Sede la catechesi di Papa Francesco preparata per l'udienza generale che si sarebbe dovuta svolgere il 2 aprile, annullata data la convalescenza del Pontefice a Casa Santa Marta, dopo il ricovero di oltre un mese al Policlinico Gemelli.

Di seguito il testo dedicato all’incontro di Gesù con Zaccheo (Lc 19,5), un episodio che sta “particolarmente a cuore” al Pontefice. È la terza catechesi, nell'ambito del ciclo giubilare "Gesù Cristo nostra speranza”, su “La vita di Gesù. Gli incontri".

Cari fratelli e sorelle,

continuiamo a contemplare gli incontri di Gesù con alcuni personaggi del Vangelo. Questa volta vorrei soffermarmi sulla figura di Zaccheo: un episodio che mi sta particolarmente a cuore, perché ha un posto speciale nel mio cammino spirituale.

Il Vangelo di Luca ci presenta Zaccheo come uno che sembra irrimediabilmente perso. Forse anche noi a volte ci sentiamo così: senza speranza. Zaccheo invece scoprirà che il Signore lo stava già cercando.

Gesù, infatti, è sceso a Gerico, città situata sotto il livello del mare, considerata un’immagine degli inferi, dove Gesù vuole andare a cercare coloro che si sentono perduti. E in realtà il Signore Risorto continua a scendere negli inferi di oggi, nei luoghi di guerra, nel dolore degli innocenti, nel cuore delle madri che vedono morire i loro figli, nella fame dei poveri. 

Zaccheo in un certo senso si è perso, forse ha fatto delle scelte sbagliate o forse la vita l’ha messo dentro situazioni da cui fatica a uscire. Luca insiste infatti nel descrivere le caratteristiche di quest’uomo: non solo è un pubblicano, cioè uno che raccoglie le tasse dei propri concittadini per gli invasori romani, ma è addirittura il capo dei pubblicani, come a dire che il suo peccato è moltiplicato. Luca aggiunge poi che Zaccheo è ricco, lasciando intendere che si è arricchito sulle spalle degli altri, abusando della sua posizione. Ma tutto questo ha delle conseguenze: Zaccheo probabilmente si sente escluso, disprezzato da tutti.

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Papa Francesco doppo un'udienza generale nell'Aula Paolo VI. Foto: Vatican Media

Quando viene a sapere che Gesù sta attraversando la città, Zaccheo sente il desiderio di vederlo. Non osa immaginare un incontro, gli basterebbe guardarlo da lontano. I nostri desideri però trovano anche degli ostacoli e non si realizzano automaticamente: Zaccheo è basso di statura! È la nostra realtà, abbiamo dei limiti con cui dobbiamo fare i conti. E poi ci sono gli altri, che a volte non ci aiutano: la folla impedisce a Zaccheo di vedere Gesù. Forse è anche un po’ la loro rivincita. Ma quando hai un desiderio forte, non ti perdi d’animo. Una soluzione la trovi. Occorre però avere coraggio e non vergognarsi, ci vuole un po’ della semplicità dei bambini e non preoccuparsi troppo della propria immagine. Zaccheo, proprio come un bambino, sale su un albero. Doveva essere un buon punto di osservazione, soprattutto per guardare senza essere visto, nascondendosi dietro le fronde.

Ma con il Signore accade sempre l’inaspettato: Gesù, quando arriva lì vicino, alza lo sguardo. Zaccheo si sente scoperto e probabilmente si aspetta un rimprovero pubblico. La gente magari l’avrà sperato, ma resterà delusa: Gesù chiede a Zaccheo di scendere subito, quasi meravigliandosi di vederlo sull’albero, e gli dice: «Oggi devo fermarmi a casa tua!» (Lc 19,5). Dio non può passare senza cercare chi è perduto.

Luca mette in evidenza la gioia del cuore di Zaccheo. È la gioia di chi si sente guardato, riconosciuto e soprattutto perdonato. Lo sguardo di Gesù non è uno sguardo di rimprovero, ma di misericordia. È quella misericordia che a volte facciamo fatica ad accettare, soprattutto quando Dio perdona coloro che, secondo noi, non lo meritano. Mormoriamo perché vorremmo mettere dei limiti all’amore di Dio.

Nella scena a casa, Zaccheo, dopo aver ascoltato le parole di perdono di Gesù, si alza in piedi, come se risorgesse dalla sua condizione di morte. E si alza per prendere un impegno: restituire il quadruplo di ciò che ha rubato. Non si tratta di un prezzo da pagare, perché il perdono di Dio è gratuito, ma si tratta del desiderio di imitare Colui dal quale si è sentito amato. Zaccheo si prende un impegno a cui non era tenuto, ma lo fa perché capisce che quello è il suo modo di amare. E lo fa mettendo insieme sia la legislazione romana relativa al furto, sia quella rabbinica circa la penitenza. Zaccheo allora non è solo l’uomo del desiderio, è anche uno che sa compiere passi concreti. Il suo proposito non è generico o astratto, ma parte proprio dalla sua storia: ha guardato la sua vita e ha individuato il punto da cui iniziare il suo cambiamento.

Cari fratelli e sorelle, impariamo da Zaccheo a non perdere la speranza, anche quando ci sentiamo messi da parte o incapaci di cambiare. Coltiviamo il nostro desiderio di vedere Gesù, e soprattutto lasciamoci trovare dalla misericordia di Dio che sempre viene a cercarci, in qualunque situazione ci siamo persi.

* Ufficio per la Comunicazione con informazioni di Sala Stampa della Santa Sede.

Ultima modifica il Giovedì, 03 Aprile 2025 10:20

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