Mongolia, la speranza giubilare fino agli estremi confini del mondo

La Chiesa in Mongolia conta circa 1600 battezzati su 3,2 milioni di abitanti nel Paese La Chiesa in Mongolia conta circa 1600 battezzati su 3,2 milioni di abitanti nel Paese Foto: Vatican Media

Nella piccola porzione di Chiesa del Paese asiatico, il Giubileo si sta svolgendo tra fede e speranza. Il cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, racconta come al centro di tutte le attività ci sia la formazione e la condivisione che coinvolge tutti. Un Anno santo sotto lo sguardo della Madre del Cielo, titolo con il quale Papa Francesco volle onorare la statua di legno di Maria ritrovata in una discarica e poi intronizzata nella cattedrale cittadina

Una giornata di freddo intenso, la colonnina di mercurio che scende in picchiata fino a toccare i 30 gradi sotto zero, una straordinaria partecipazione di popolo che scalda il cuore. E l’anima. Così Ulaanbaatar, capitale della Mongolia, il 29 dicembre scorso, giorno nel quale si è aperto il Giubileo 2025 con una solenne celebrazione che anche qui, ai più estremi confini del mondo, non poteva certo mancare o passare inosservata. La fotografia è ancora nitida nella mente del cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico di quella infinitesimale porzione di Chiesa che conta circa 1600 battezzati su 3,2 milioni di abitanti sparpagliati in un territorio di oltre un milione e mezzo di chilometri quadrati.

Grande processione

20250302Marengo1Il suo ricordo dettagliato, confidato in una conversazione con i media vaticani, serve per ricostruire quella giornata che si è aperta con una grande processione iniziata all’esterno della cattedrale dedicata ai santi Pietro e Paolo, sede della prefettura apostolica: "Siamo partiti dalla grande croce che venne usata per la messa papale durante il viaggio apostolico di Francesco nel settembre del 2023. Dopo aver recitato parte del Rosario all’esterno, siamo entrati solennemente in cattedrale orientandoci verso l’altro crocifisso che campeggia sopra il nostro altare e verso il quale abbiamo indirizzato il nostro sguardo e le nostre preghiere. È stata una celebrazione molto intensa che ha permesso alla nostra gente di sentirsi in comunione con la Chiesa universale".

Parola di Dio e formazione

I fedeli della prefettura apostolica di Ulaanbaatar non sono certamente arrivati impreparati a quel momento. Le occasioni di formazione e di approfondimento sono state molte, una in particolare ha riassunto al meglio l’esigenza di esercitare la speranza, tema portante dell’Anno santo: "È stata l’esperienza di comunione e di animazione legata al Gen Rosso, il gruppo di artisti internazionali che sono venuti a trovarci qui tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre e con i quali abbiamo preparato dei workshop e un concerto. Il filo conduttore di queste nostre attività è stato il concetto che in inglese abbiamo chiamato hoping together, sperando insieme, che poi è stato anche il tema della visita papale di quasi due anni fa". Prepararsi bene al Giubileo ha voluto anche dire riscoprire la storia di una Chiesa locale che affonda le radici in un cristianesimo dal passato antico ma che, in epoca contemporanea, vanta appena trentatré anni di esistenza. "Anche questo è stato un esercizio di speranza, un voler accogliere l’invito giubilare a guardare il futuro con gli occhi pieni di fede, senza scoraggiarsi mai".

Ascolta l'intervista al cardinale Marengo

Rinnovamento e purificazione

Durante l’Anno santo la formazione dei fedeli sarà un elemento costante, non verrà certo accantonata. Sussidi e catechesi saranno messi a disposizione di tutti affinché si possa cogliere davvero il senso profondo della grazia del Giubileo: "In questo senso, stiamo pensando anche a una pubblicazione pieghevole con le spiegazioni per ottenere le indulgenze e con la quale si possa mettere in evidenza il senso vero del cammino di conversione che qui tutti stiamo cercando di compiere. Un rinnovamento che deve partire dalla purificazione continua del nostro cuore". Ciò a cui tiene maggiormente il cardinale Marengo in questo quadro di fede è la dimensione della carità, condizione essenziale per ricevere la grazia giubilare: "Le opere di misericordia, offrire i propri disagi e le proprie sofferenze al Signore, non sono cose di poco conto. Come non lo sono i sacrifici che ognuno potrà fare per partecipare ai nostri incontri di formazione, come la settimana pastorale che animeremo nel mese di maggio".

Pellegrinaggi parrocchiali

Anche se sarà difficile, quasi impossibile, che dalla Mongolia dei fedeli possano giungere a Roma in pellegrinaggio non solo per l’enorme distanza ma anche per l’alto costo del viaggio, il prefetto apostolico spiega che "le grazie del Giubileo ci raggiungono dove siamo e si configurano con delle iniziative che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni: la preghiera, prenderci cura degli altri, moltiplicare la misericordia come modo concreto per esercitare la speranza".

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La visita del Papa Francesco in Mongolia nel settembre 2023. Foto: Vatican Media

Ma oltre al pellegrinaggio che i fedeli potranno compiere alla cattedrale di Ulaanbaatar, ce n’è un altro che sta a cuore al porporato: quello che è rivolto particolarmente ai giovani e che si potrà fare nelle nove parrocchie della Prefettura. "Cinque di esse sono nella capitale, quattro sparse nel Paese. Ci siamo resi conto che, in molti casi, i fedeli di una parrocchia non conoscono bene le altre realtà. Allora abbiamo pensato che, quando la bella stagione arriverà, si potranno organizzare delle visite reciproche".

E visto che la distanza tra una parrocchia e l’altra può essere anche di centinaia di chilometri, Marengo ha pensato, sopratutto per i più giovani, una sorta di “passaporto del Giubileo”: "Sarà una specie di carta d’identità con i dati personali da far riempire ogni volta che si visita una parrocchia. Credo che sia un modo davvero bello per poter ringraziare il Signore per il dono di queste comunità che sono sparse in un territorio immenso".

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Il cardinale Giorgio Marengo con i missionari e le missionarie della Consolata che lavorano in Mongolia. Foto Dido Mukadi

Lo sguardo di Maria

A Ulaanbaatar il Giubileo si sta svolgendo sotto lo sguardo amorevole della Madre del Cielo, titolo con il quale Papa Francesco volle chiamare la statua di Maria che, qualche anno fa, fu ritrovata miracolosamente nella discarica di una città del nord da una donna non cattolica e intronizzata nella cattedrale. "È per questo che la cattedrale sta assumendo sempre più un ruolo spirituale fondamentale per i fedeli che possono recarsi davanti a questa piccola statua di legno e affidare la propria vita alla Vergine Maria".

* Federico Piana - Città del Vaticano. Originalmente pubblicato in: www.vaticannews.va

 

 

 

Ultima modifica il Martedì, 04 Marzo 2025 12:11

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