Come in tutte le comunità IMC e MC nel mondo anche la comunità di Casa Generalizia a Roma si è radunata, il mercoledì 29 gennaio, nella celebrazione del 124° anniversario della fondazione del nostro Istituto e 115 anni della fondazione delle Suore della Consolata con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Consigliere Generale, padre Juan Pablo de los Ríos.
Il celebrante, prendendo spunto dalle letture della celebrazione odierna, ha elaborato il suo pensiero sull’insegnamento del Fondare sul vivere comunitario come elemento necessario all’agire missionario.
Padre Juan Pablo de los Ríos e padre Mathews Odhiambo Owuor
Diceva l’Allamano che san Giovanni ripeteva costantemente ai suoi discepoli: “Figlioli amatevi l’un l’altro”, e aggiunge: “Io farò lo stesso, ripeterò sempre la stessa cosa così la ricorderete quando sarete in missione…..Voglio poter dire: ci mancheranno tante virtù, ma la carità c’è”.
Oggi per la prima volta dopo la canonizzazione del Fondatore, celebriamo 124 anni di storia missionaria che a partire dal santuario della Consolata di Torino ha poi dilagato nel continente Africano, seguito dalle Americhe e finalmente è approdata anche in Asia.
Sorta nel cuore del nostro Fondatore, certamente come intuizione dallo Spirito, questa particolare “missione della Consolata” si è poi dilatata nei due istituti missionari e da piemontese prima e italiana poi la famiglia della Consolata si è arricchita di tanta internazionalità.
124 anni di storie missionarie alle volte semplici, alle volte complesse e intricate, alle volte eroiche ma comunque tutte vissute con passionale dedizione.
E’ la vita del nostro Fondatore, le vite di tante suore e di tanti padri e fratelli, famosi o per la maggior parte semplici lavoratori del regno che hanno scritto questa lunga storia.
Fra loro non sono mancati certamente i peccatori, ma innumerevoli sono i santi ordinari e gli anonimi martiri.
Siamo fieri di questa significativa storia che non ha avuto pause, sempre rinnovandosi nelle sue diverse mutazioni storiche.
Come sempre, la missione non si adagia mai nell’acquisito e appunto perché spinta dallo Spirito ha lo sguardo in avanti decifrando il nuovo e l’inatteso come ha fatto il nostro santo Giuseppe Allamano.
C’è bisogno di coraggio, di fantasia, di creatività, di decisione per percorrere strade inesplorate e abitare luoghi nuovi che vanno dalla formazione, allo stile e alla prassi missionaria, ai luoghi di presenza, a quel processo di rinnovamento personale continuamente indicato dai documenti dell’Istituto.
Fare memoria della fondazione ha forse questo semplice significato: ringraziare Dio per tanti anni di missione già compiuti, per tante missionarie e missionari che ci hanno preceduti ma con la seria responsabilità di essere gli eredi e attuali continuatori di questa santa avventura nello stile del Fondatore.
E’ bello in questa occasione augurarci e ripeterci le parole del Santo Giuseppe Allamano: Coraggio e avanti in Domino.
* Padre Ernesto Viscardi, IMC, Casa Generalizia.