No alle donazioni frutto di attività minerarie illegali. Lo ha deciso la Conferenza Episcopale del Ghana al termine della sua Assemblea Plenaria.
“Non accetteremo donazioni frutto di attività minerarie illegali”, ha affermato Matthew Kwasi Gyamfi, vescovo di Sunyani, presidente della Conferenza Episcopale ghaniana, annunciando un provvedimento che ricorda quello deciso dai vescovi del Kenya che hanno respinto donazioni elargite dal Capo di Stato keniano.
Mons. Gyamfi - riferisce l'agenzia vaticana Fides - ha annunciato inoltre misure sanzionatorie nei confronti di coloro che sono impegnati nel “galamsey”, ovvero le attività di estrazione artigianale, illegale e non regolamentata, di minerali (soprattutto oro) che stanno arrecando danni gravissimi all’ambiente e alle popolazioni.
“Le sanzioni saranno ulteriormente inasprite, al punto che se vi impegnate apertamente nel galamsey, dopo avervi avvisato, se continuate a persistere in questa attività pericolosa, potremmo persino rifiutarvi la Santa Comunione", ha avvertito mons. Gyamfi.
Il presidente della Conferenza Episcopale ha quindi fatto appello alla popolazione per segnalare le attività di estrazione mineraria illegale e per impegnarsi nella protezione delle risorse naturali.
"Le persone dovrebbero prendere in mano la situazione per proteggere la loro terra e non dovrebbero permettere a qualcuno proveniente da altri parti di venire da loro a inquinare le loro acque”. Allo stesso tempo mons. Gyamfi ha ricordato che le stesse comunità locali hanno delle responsabilità per quello che sta accadendo sul loro territorio. “È forse il governo che sta inquinando l'acqua? Persino alcuni di noi nelle comunità locali stanno facendo il galamsey. Quindi diciamo che il governo dovrebbe venire a salvarci da noi stessi. No, non è possibile”.
La Conferenza Episcopale del Ghana è da tempo una delle voci più importanti nel denunciare i danni ambientali e i costi umani delle miniere illegali. A ottobre l’Arcidiocesi di Accra in collaborazione con la Conferenza dei Superiori Maggiori dei Religiosi del Ghana (Cmsr-Gh) ha promosso la “Passeggiata di Preghiera per l’Ambiente” (Environmental Prayer Walk) conclusasi con la presentazione di una petizione al palazzo presidenziale per chiedere azioni concrete per fermare l’estrazione illegale.
E in Kenya l’arcivescovo di Nairobi annuncia: “restituiamo i fondi donati dal presidente”
“Questi fondi saranno restituiti ai rispettivi donatori”, ha affermato Philip Arnold Subira Anyolo, arcivescovo di Nairobi, nell’annunciare di aver respinto le donazioni versate dal presidente del Kenya, William Ruto, e dal governatore di Nairobi Johnson Sakaja, all’arcidiocesi di Nairobi.
Durante una funzione religiosa tenutasi domenica 18 novembre - riferisce Fides -, il presidente Ruto ha donato 600.000 scellini keniani (4.384,85 euro) al coro della parrocchia cattolica di Soweto e ha promesso altri 2 milioni di scellini (14.628,39 euro) per la costruzione di una residenza per sacerdoti.
Il presidente ha anche promesso altri 3 milioni di scellini (21.942, 59 euro) per comprare un autobus per la parrocchia, mentre il governatore Sakaja ha offerto 200.000 scellini (1.459,76 euro).
Il presidente William Ruto incontra la Conferenza dei vescovi del Kenya (KCCB) a Nairobi il 12 aprile 2024. Foto: PCS
In coerenza con la recente dura presa di posizione della Kenya Conference of Catholic Bishops (KCCB) nei confronti della politica del presidente, mons. Anyolo ha deciso il 19 novembre di respingere queste donazioni affermando che la Chiesa cattolica è vincolata dai principi delineati nel Public Fundraising Appeals Bill 2024, che proibisce contributi che potrebbero confondere il confine tra politica e religione.
Questa legislazione proibisce qualsiasi sollecitazione o accettazione di donazioni da parte di personaggi politici per garantire che le Chiese rimangano libere da influenze politiche.
“Questi fondi saranno restituiti ai rispettivi donatori. Inoltre, i promessi ulteriori 3 milioni di scellini per la costruzione della casa dei padri, così come la donazione di un autobus parrocchiale da parte del Presidente, vengono con la presente rifiutati", ha affermato mons. Anyolo.
"La Chiesa è chiamata a mantenere l'integrità rifiutando contributi che potrebbero inavvertitamente compromettere la sua indipendenza o facilitare un ingiusto arricchimento", ha aggiunto, per poi concludere affermando che “la Chiesa deve rimanere un’entità neutrale per servire il suo vero scopo nella società”.
* Originalmente pubblicato in: www.fides.org