Sono passati 60 anni dalla fondazione della diocesi di Marsabit avvenuta il 25 novembre del 1964, sotto la guida del vescovo Mons. Carlo Cavallera, missionario della Consolata.
Per questa occasione giubilare la chiesa di Marsabit insieme a tanti amici, venuti da vicino e da lontano, in una giornata piovosa (segno di benedizione), il 23 novembre 2024, si è radunata attorno al suo pastore, il vescovo Mons. Peter Kihara per ringraziare a Dio per le grandi cose che il Signore ha fatto e continua a fare nella storia di questa chiesa e in questo angolo del nord Kenya detto anche the Northern Frontier District.
La liturgia ben curata e animata con canti, balli e danze fatte da piccoli e grandi, si è svolta nel piazzale della Cattedrale sotto un grande tendone montato per l’occasione. La partecipazione attiva di tutti ha reso la ceremonia tutta particolare.
Mons. Antony Muheria, arcivescovo di Nyeri, ha presieduto la concelebrazione insieme a Mons. Peter Kihara vescovo di Marsabit, Mons. Peter Makau vescovo di Isiolo, Mons. Antony Ireri Mukobo vescovo emerito di Isiolo, Mons. Hieronymus Joya, vescovo di Maralal, Mons. Norman King’oo, vescovo di Machakos, Mons. Virgilio Pante, vescovo emerito di Maralal ed il vescovo emerito di Nyeri, Mons. Peter J. Kairo.
Alla celebrazione hanno partecipato anche l'intera Direzione Generale dei Missionari della Consolata che si trova nel Kenya per il Consiglio di novembre, la Direzione Regionale IMC del Kenya-Uganda e circa 70 sacerdoti, diverse religiose e religiosi.
Pur celebrando 60 anni di fondazione della diocesi, va ricordato che in questo territorio, i semi del Vangelo e la presenza del cristianesimo risalgono ad anni più lontani, perché già nel 1914, quando i missionari cattolici arrivavano a Moyale, vi trovarono una cappella dei protestanti evangelici ed in seguito anche la presenza della Chiesa cattolica.
Mons. Peter Kihara il terzo vescovo alla guida della chiesa di Marsabit.
“Che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore” (Sal 116, 12-13). “Rendiamo grazie al Signore per le cose grandi che Lui ha fatto per noi”, ha sottolineato nel suo discorso Mons. Peter Kihara il terzo Pastore alla guida della chiesa di Marsabit, da ormai diciotto anni. “È un momento di gioia e di gratitudine al Signore, del grazie ai giganti nello Spirito: i missionari e missionarie di varie congregazioni e Fidei Donum, i catechisti, i benefattori e laici impegnati a vivere la loro fede”.
I frutti che oggi si vedono e raccolgono vengono dai sacrifici, dalla dedizione e zelo missionario di tantissime persone. Tra tutti questi, vanno ricordati in particolare, i laici Paolo Valle che la provvidenza aveva mandato a Marsabit (nel 1948) ed Elias M’Ategi. Essi sono “considerati i fondatori provvidenziali della Chiesa cattolica” a Marsabit. Erano i responsabili della preghiera e della catechesi nell’unica cappella di Marsabit. In seguito, arrivarono anche i missionari Carlo Andrione, Paolo Tablino e Bartolomeo Venturino.
Marsabit come diocesi, nasce nel 25 novembre del 1964, staccandosi dalla diocesi di Nyeri. Mons. Carlo Cavallera, che era vescovo di Nyeri, assunse la nuova diocesi portando con sé alcuni missionari della Consolata.
Il Concilio Vaticano II ha avuto un ruolo determinante per la fioritura di questa diocesi, perché con l’Enciclica di Papa Pio XII, Fidei Donum, diverse chiese iniziarono ad inviare i loro missionari in queste zone. A Marsabit iniziarono ad arrivare i sacerdoti della diocesi di Alba (Italia), della diocesi di Augsburg in Germania, della diocesi di Murang’a in Kenya e dalle diocesi di Iasi e arcidiocesi di Bucarest tutti due in Romania. Questa presenza è stata anche arricchita da altri missionari, oltre a quelli della Consolata, che hanno dato forza nel lavoro di prima evangelizzazione, sono missionari Comboniani, Benedettini, Salesiani. In seguito, sono arrivate anche altre congregazioni. Il primo sacerdote diocesano è stato ordinato nel 1993. Attualmente ci sono 18 sacerdoti e 3 suore del posto.
La diocesi di Marsabit è composta di 14 gruppi ed etnie differenti. Le più grandi sono quelle dei Turkana, dei Samburu, dei Rendile e dei Gabbra. Conta con 50.000 battezzati, 18 sacerdoti diocesani, 12 missionari Fidei Donum, 13 missionari di Istituti religiosi, 44 consacrate e 3 fratelli, tutti impegnati nelle 17 parrocchie e un’altra ancora che sarà aperta prossimamente. Sono poche parrocchie, ma molto lontane l’una dall’altra. Quella più lontana dista circa 400 km dalla sede vescovile, con strade deserte e sovente difficili da percorrere. Nonostante tutto però, la diocesi non si stanca mai di essere una presenza luminosa, dando vita e speranza, servendo la gente negli ambiti della educazione, della salute, della promozione umana e con precorsi di pace.
Nell’occasione, la diocesi ha anche inaugurato e benedetto la nuova struttura del Segretariato diocesano e la residenza vescovile, un passo importante nello sviluppo della chiesa locale. Nell'ambito della celebrazione di questo anniversario giubilare, la chiesa locale sarà arricchita da quattro ordinazioni sacerdotali che avranno luogo nei prossimi giorni.
In questi 60 anni di storia, la diocesi è stata guidata da tre pastori, tutti missionari della Consolata. Il primo è stato vescovo Carlo Maria Cavallera (1964 - 1981), il vescovo Ambrose Ravassi (1981 - 2007) e l’attuale vescovo Peter Kihara.
* Padre Godfrey Msumange, IMC, missionario in Inghilterra.
Alcone foto della celebrazione (Foto: Martin Ndumia)
La presenza della Direzione Generale IMC
La inaugurazione della nuova struttura del Segretariato diocesano e la residenza vescovile