La diocesi di Marsabit in Kenya, nata nel 1964, grazie al lavoro del suo primo vescovo, il missionario della Consolata, mons. Carlo Maria Cavallera celebra questo lunedì, 25 novembre 2024, il suo 60° anniversario di fondazione. La Messa di ringraziamento è stata celebrata sabato, 23 novembre.
Nel 1981 la guida della diocesi fu affidata al vescovo Ambrogio Ravasi, IMC, fino al 2007, anno in cui gli ha succeduto il vescovo Peter Kihara, IMC, che in questa intervista, rilasciata all’Ufficio per la Comunicazione a Roma, riflette sulla storia dell'evangelizzazione e la realtà della regione abitata da molti gruppi etnici, tra i principali: i Borana, i Gabra, i Burji, i Rendille, i Waata e i Turkana. Prima di diventare vescovo di Marsabit, mons. Peter è stato vescovo della diocesi di Morang’a per sette anni (1999 – 2006)
Video realizzato dall’Ufficio per la Comunicazione (in inglese)
Ringraziare Dio per i frutti dell’evangelizzazione
Negli ultimi mesi “ci siamo preparati per celebrare il 60° anniversario della creazione della diocesi e in retrospettiva possiamo vedere quanto la Chiesa ha realizzato nell'evangelizzazione di questo angolo del Kenya. All'inizio non c'erano cristiani, né chiese, né sacerdoti. I primi padri sono stati i missionari fidei donum della diocesi di Alba in Italia, poi sono arrivati altri missionari dalla Germania e un terzo gruppo dalla Romania”, ricorda mons. Peter Kihara.
“Dopo aver creato le parrocchie negli anni 1960, negli anni 1970 i missionari della Consolata, su richiesta del vescovo Cavallera, hanno consegnato le missioni ai padri fidei dorum, continuando il lavoro di prima evangelizzazione nel territorio dei Samburu dove oggi sorge la diocesi di Maralal.
Mons. Peter Kihara, IMC, con il gruppo di sacerdoti della diocesi di Marsabit. Foto: Diocesi di Marsabit
Vorrei quindi ringraziare Dio per tutto ciò che i missionari fidei donum hanno realizzato. Al loro posto sono poi arrivati missionari di quattro congregazioni: alcuni missionari della Consolata, Salesiani di don Bosco, Benedettini e Missionari Comboniani. Hanno fatto crescere la nostra diocesi e nell’anno 1993 è stato ordinato il primo sacerdote diocesano. Oggi abbiamo 17 sacerdoti diocesani, un'équipe di 12 preti fidei donum e altri 13 missionari, in totale circa 40 sacerdoti. Ringraziamo Dio per il gruppo di sacerdoti che abbiamo.
Nella diocesi operano anche 44 religiose di varie congregazioni e cinque fratelli religiosi. Questi sono gli agenti di evangelizzazione che abbiamo. Anche se, in 60 anni il numero non è magari significativo, guardando indietro possiamo vedere quanto la nostra Chiesa sia riuscita a mettere le sue fondamenta qui. Il numero dei cattolici è cresciuto fino a oltre 50 mila. Abbiamo recentemente ordinato quattro diaconi che presto saranno ordinati sacerdoti, tutti questi sono segni di gioia nel segno delle celebrazioni di ringraziamento (per i 60 anni). Abbiamo inoltre costruito 17 parrocchie e l'ufficio per la segreteria diocesana”.
Il nuovo ufficio per la segreteria diocesana. Foto: Diocesi di Marsabit
L’educazione come priorità
“Nell'attuale situazione osserviamo che molti giovani si impegnano soprattutto per studiare, formarsi e prepararsi al loro futuro, con l'aiuto della famiglia, dei genitori e l’aiuto anche di borse di studio da parte di donatori. I giovani si sono resi conto che l'educazione è la chiave della riuscita della loro vita.
Il territorio di Marsabit e la sua popolazione sono confrontate con molte sfide a causa del clima arido. Con la siccità, capita che le famiglie rimangano senza il bestiame fonte di cibo e di un modesto introito; quindi, rischiano sovente di non aver nulla per contribuire alle spese per gli studi dei figli e delle figlie.
"I giovani si sono resi conto che l'educazione è la chiave della riuscita della loro vita". Ragazzi a Marzabit. Foto: Jaime C. Patias
Un altro grande problema è stato la pandemia di Covid-19, quando con le restrizioni (lockdown) i giovani sono rimasti senza aiuti economici per pagare le rette scolastiche, sia da parte dei genitori che dei donatori, con il pericolo di dover sospendere i loro studi. Noi auspichiamo che il nostro governo possa provvedere l'educazione gratuita a tutti i livelli. Non è un'affermazione politica chiedere di fare la cosa giusta. Questo darebbe speranza alle generazioni dei nostri giovani e illuminerebbe il loro futuro, perché a questo serve l’educazione
Anche gli studenti che entrano in seminario sono coscienti che la loro scuola primaria, frequentata nelle loro zone di provenienza, non era di grande qualità, quando poi entrano in seminario devono recuperare quanto è mancato precedentemente , formarsi negli studi religiosi per poi diventare pastori delle comunità cristiane e di questi pastori ne abbiamo tanto bisogno. Quindi è necessaria una partecipazione congiunta (famiglia, sponsors, diocesi) per sostenerli negli studi.
Il lavoro della Caritas nella diocesi di Marsabit. Foto: Diocesi di Marsabit
La partecipazione della Diocesi
Come Chiesa abbiamo due scuole secondarie, una per i ragazzi e una per le ragazze. Circa 600 di questi studenti sono in parte sostenuti dalla diocesi.
La situazione economica delle famiglie è precaria, quindi quando un figlio vuole diventare sacerdote, la famiglia deve mantenere la casa e gli altri figli e figlie a scuola, e allo stesso tempo sostenere il figlio studente in seminario. Tuttavia, siamo convinti che Dio provvede, sia per i poveri che per i ricchi e coloro che rispondono alla loro vocazione diventano aiuto per gli altri. Sono convinto che alla fine, non diventeranno sacerdoti solo perché ricchi o per merito dei loro genitori, ma soprattutto per grazia di Dio.
Cattedrale di Nostra Signora della Consolata, diocesi Marsabit. Foto: Jaime C. Patias
Stiamo quindi sostenendo in particolare i nostri giovani in Kenya di fronte alla problematica situazione politica ed economica della Nazione, mentre il paese dovrebbe fare di più e meglio”.
Secondo il vescovo, nelle ultime manifestazioni contro le nuove tasse, la corruzione e il malgoverno i giovani si sono sentiti ingannati. “I giovani non sono felici, sono arrabbiati. Preghiamo che la lotta per la giustizia porti dei risultati per il popolo. Dicono che l'educazione sarà gratuita, allora perché il governo non trova le risorse per realizzarla? Un sostegno all’educazione da parte dello stato sarebbe un sollievo per i genitori che non posson o permettersela per i figli e un grande investimento per il futuro della nazione”
“D'altra parte, chiediamo ai giovani di pensare alla loro vita e ciò che vorrebbero fare, nella chiesa per il popolo di Dio. Questo perché tutti noi siamo stati creati per un fine, come diceva Sant'Agostino. Una volta capito cosa vogliamo fare non importa cosa sia, se è diventare un sacerdote, un pastore o qualsiasi altra professione, dobbiamo fare il meglio che possiamo basandoci sui valori cristiani che abbiamo imparato. Mi piacerebbe chiede ai giovani di continuare ad essere persone migliori, migliori discepoli, migliori cristiani e figli di Dio scoprendo la loro vocazione e rispondendo alla loro chiamata, per essere parte della benedizione della Chiesa, della famiglia, dell’umanità e perché no, a gloria di Dio, perché Dio sia conosciuto, amato e servito. Quindi, noi preghiamo per la gioventù e speriamo che rispondano generosamente alla loro vocazione per la maggiore gloria di Dio”.
Scuola Padre John Memorial, diocesi di Marsabit.
La promozione umana per oltre 60 anni
“E abbiamo ancora molto di cui essere orgogliosi perché nella diocesi c’è tanta promozione umana, tanta educazione, abbiamo più di 80 istituti scolastici, scuole tecniche, scuole materne e scuole elementari, ecc. dove frequentano tante persone di diverse classi e religioni, musulmani, non battezzati, cristiani, tutti insieme perché, quando c'è del bene da fare lo si deve fare a tutti, non bisogna essere selettivi ma includere tutti. Dobbiamo anche ringraziare Dio perché le vocazioni stanno arrivando. Abbiamo anche quattro seminaristi che studiano teologia. Quindi invito i nostri ascoltatori a pregare per noi e con noi per elevare i nostri cuori pieni di gioia al Signore affinché possa benedirci ancora di più anche con il vostro aiuto”.
Breve storia
La diocesi di Marsabit eretta da Papa Paolo VI, ricavandone il territorio dalla diocesi di Nyeri (oggi arcidiocesi), si trova nella regione nord-orientale del Kenya, a circa 560 km da Nairobi e si estende su un’area di circa 78.078 kmq. Il territorio della diocesi è una vasta pianura compresa tra 300 e 1800 m sul livello del mare. È situata, in una zona semi-arida e l’80% della popolazione è composta da pastori nomadi, il 10% pratica agricoltura di sussistenza, principalmente intorno alle zone più montuose che godono di più precipitazioni durante l’anno. Circa il 7% della popolazione si dedica ad attività commerciali e la restante percentuale vive di lavoro dipendente. Il 15 giugno 2001 la diocesi ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Maralal.
* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la Comunicazione, Roma.
Diacono John Lekamaya, una delle nuove vocazioni per la diocesi. Foto: Diocesi di Marsabit
Maria Mfariji Shrine (Santuario) a Marsabit. Foto: Jaime C. Patias