C'è un tempo per ogni cosa”, dice il libro del Qoelet (3,1). Quindi, dopo un anno a Roma è tempo per me di partire per Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo. Il 19 giugno 2023 ero arrivato in Italia per un periodo sabbatico dopo alcuni anni in Venezuela; questo tempo è stato per me un vero momento di grazia. Come non ringraziare la mia Congregazione per avermi offerto questa esperienza prima di ritornare in missione!
Quando sono arrivato a Roma ho cominciato subito a studiare la lingua italiana per tre mesi. Anche questa prima tappa è stata importante perché non solo stavo imparando la lingua ma mi stavo anche immergendo nella cultura italiana. La scuola, che ringrazio, ci ha permesso di conoscere la grande città di Roma, mostrando località storiche e turistiche e spiegandoci ogni luogo in cui siamo stati.
Appena terminato lo studio della lingua, sono andato in Piemonte, per vedere con i miei occhi e calpestare con i miei piedi il luogo dove tutto ha avuto inizio. Per prima cosa sono andato a Castelnuovo dove è nato il Beato Giuseppe Allamano, il nostro Fondatore. Che emozione! Sono entrato nella casa dove viveva, ho visto il letto dove dormiva, la cucina... insomma la terra dov’era nato. Poi, di ritorno a Torino, è stata la volta di visitare il bel santuario della Consolata e inginocchiarmi e pregare davanti alla tomba del padre Fondatore in Casa Madre. Un altro momento commovente, memorabile e indimenticabile per me.
Per concludere c’è stata anche una tappa importante ad Alpignano nella quale ho potuto visitare i grandi combattenti della missione. In quel municipio torinese la comunità ha una casa destinata ai missionari anziani che hanno donato tutta la loro vita al Signore e alla missione. Si tratta quindi di un ambiente fatto apposta per il riposo e la tranquillità di persone cariche di anni e con qualche problema di salute. Ne ho trovati tanti: alcuni conosciuti e altri a me sconosciuti. Ma una cosa è chiara: tutti aspettano la corona; perché, come dice l'apostolo Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione” (2 Tim 4,7-8). Questa è la sensazione che ho provato parlando con alcuni di loro; sono l’esempio vivente di cosa vuol dire donare la propria vita al Signore! È stato un onore per me averli conosciuti.
Padre Genaro Ardila, padre Innocent Mbisamulo e padre Edilberto Meza Olivera
Tutte queste esperienze mi hanno rinnovato; arrivare alle fonti ha prodotto in me una importante ricarica spirituale e vocazionale.
Ora mi sto preparando per andare in Congo, la mia nuova destinazione. Posso dire che grazie a questo periodo sabbatico mi sento fresco e pronto ad iniziare una nuova sfida missionaria. Vorrei quindi cogliere l'occasione per ringraziare tutti i confratelli della casa generalizia per avermi accolto. Con loro ho trascorso momenti piacevoli. Ho imparato molto da ciascuno di loro. Vi porterò sempre nelle mie umili preghiere quotidiane.
In particolare, ringrazio padre José Martins Fernandes, superiore della comunità, che per me è stato davvero un padre e mi ha messo in condizione di vivere questo periodo in modo proficuo. E anche Padre Gabriele Casadei, economo della casa, per avermi sempre accolto e servito con un sorriso contagioso e caloroso.
Vorrei anche ringraziare tutti coloro che collaborano alla manutenzione quotidiana della casa: cucina, pulizia delle camere, portineria, lavanderia, giardino. Vi porterò tutti nel mio cuore.
Lo Spirito del nostro Padre Fondatore, che presto sarà proclamato santo, possa sempre mantenerci uniti. Saluto tutti e ci vediamo la prossima volta!
* Padre Innocent Bakwangama Mbisamulo, IMC, missionario nella RD del Congo.