"Non si tratta più del Paese e della sua leadership, ma del popolo del Sud Sudan che sta lentamente morendo", afferma il vescovo Eduardo Hiiboro Kussala della diocesi di Tombura Yambio ribadendo che la situazione è disastrosa e richiede quindi un intervento urgente.
In una dichiarazione dell'8 marzo, citata dall'agenzia CISA, il vescovo Kussala, in qualità di presidente della Commissione per lo Sviluppo Umano Integrale della Conferenza Episcopale del Sudan e del Sud Sudan (SSSCBC), fa appello all'assistenza umanitaria della comunità internazionale, delle persone di buona volontà e delle reti Caritas per alleviare le sofferenze della popolazione del Sud Sudan, che, a suo dire, è “sull'orlo della miseria”.
Monsignor Eduardo Kussala ha precisato che la popolazione sta soffrendo a causa di emergenze e sfide complesse, tra cui la fame, le inondazioni, la siccità e l'insicurezza crescente in alcune parti del Paese, aggravata da un'economia fragile e prossima al collasso.
"Il nostro popolo continua a subire gli effetti di emergenze complesse che si stanno ancora verificando in molte parti del Paese, comprese quelle che in precedenza erano in una situazione considerata normale. Di conseguenza, il numero di sfollati interni che vivono in condizioni deplorevoli e muoiono di fame è aumentato enormemente in tutto il Paese, e i più colpiti sono le donne, i bambini, gli anziani e le persone con disabilità", sottolinea il vescovo.
Mons. Eduardo Hiiboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio nel Sud Sudan. Foto: Vatican Media
"Quelli che vivono ancora nelle loro case rischiano di morire di fame, poiché la maggior parte di loro ha dovuto, abbandonare le proprie fonti di sostentamento nel tentativo di salvarsi la vita. La maggior parte dei bambini che frequentano la scuola ha dovuto abbandonarla a causa dell'insicurezza e della paura di essere reclutati con la forza per servire come soldati nei conflitti", osserva. Questa triste realtà ha portato a un aumento del numero di bambini non scolarizzati che si sono dati alla strada per sopravvivere.
"Non si tratta più del Paese e della sua leadership, ma del popolo del Sud Sudan che sta lentamente morendo. A meno che non venga protetto da questi disastri, temiamo che il nostro popolo non sopravviverà, soprattutto perché la maggior parte della popolazione (64%) è costituita da giovani indifesi che non hanno alcuna fonte di reddito, mentre la maggior parte del restante 36% è costituita da persone anziane. La situazione è disastrosa e necessita quindi di un intervento urgente", ha dichiarato.
"Esorto ciascuno di voi” afferma il vescovo della diocesi di Tombura Yambio facendo appelo alle grandi organizzazioni internazionali, “a usare questa opportunità per mettere in pratica le visioni e missioni proprie delle vostre organizzazioni che affermano come proprio compito di mitigare la sofferenza umana nel mondo. Pensate alla madre sud sudanese che vede morire il suo bambino a causa della malnutrizione causata dalla fame, al giovane che muore in ospedale perché non ci sono medicine per curarlo, alla bambina di 9 anni che, per un pezzo di 'bambe' (patata), è costretta a vendere il suo corpo, e all'anziana emaciata che giace all'interno del suo sgabuzzino ma che aspetta che la morte porti via la sua sofferenza",
Fonte: CISA