Il risorto ad Emmaus

Cena di Gesù ad Emmaus con due discepoli. Dipinto di Caravaggio, 1601 Cena di Gesù ad Emmaus con due discepoli. Dipinto di Caravaggio, 1601
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Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».

Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. (Lc 24,13-35)

RIFLETTI

Il brano sottolinea il fermarsi di Gesù Risorto con due discepoli a Emmaus. Ripercorrendo gli aspetti del racconto, osserviamo come la via di andata e ritorno tra Gerusalemme ed Emmaus richiama nel nostro contesto l’urgenza della «nuova evangelizzazione», il bisogno di riscoprire le ragioni della nostra fede ed insieme ricevere la forza per annunciare il Risorto. L’icona pasquale diventa così una griglia interpretativa di come vivere l’avventura ecclesiale, tra labirinti ed incroci fatti di scoraggiamento, stanchezza, delusioni e scoperte.

Siamo in cammino anche noi, che ci accostiamo alla Parola. I nostri sentimenti non sembrano molto dissimili dalla disillusione e dalla tristezza dei due discepoli di Emmaus. La storia di questo incontro ci appartiene in modo profondo. Ma non possiamo fermarci. Siamo chiamati a camminare, pur sapendo che il Viandante sconosciuto è con noi. La pagina lucana è una grande catechesi che ci aiuta a meditare su tre punti principali: a) il cammino per arrivare alla fede pasquale; b) la Parola; c) l’Eucaristia. Il cammino è la categoria biblica con cui si apre e si chiude la storia della salvezza: da Abramo al veggente dell’Apocalisse, tutti siamo chiamati a ripercorrere il cammino della fede e dell’incontro.

In questo cammino incontriamo/ascoltiamo la Parola. Dalle parole della cronaca, dai fatti degli uomini, alla Parola che ti cambia la vita: la Parola di Dio. Il cammino geografico diventa cammino spirituale. Ai due discepoli, che raccontano al Pellegrino gli ultimi avvenimenti di Gerusalemme, manca fatalmente proprio il finale: la risurrezione! La storia ripetuta è per loro solo un canovaccio di un omicidio ingiusto, scandaloso, da dimenticare. Non hanno ancora fatto il passo decisivo. Sono in cammino, ma «dentro» sono fermi, tristemente bloccati. Ecco: a noi manca il passo decisivo per l’incontro con Cristo. E questo accade sulla strada della Pasqua! Da soli non potranno rimettersi in cammino.

Gesù prende l’iniziativa: decide di «camminare con loro» per «abitare la loro disillusione». Come il Dio dell’Esodo, che invisibilmente viaggia con il suo popolo, così Gesù condivide il passo della stanchezza e della sconfitta. «Noi speravamo»: tutto sembra tramontato, come quel crepuscolo con il quale tramontano anche le ultime speranze. Gesù riparte dalla Parola della Scrittura. La Parola, nella potenza dello Spirito, trasforma quel colloquio occasionale in un incontro determinante. Comprendere per comprendersi! Il passo diventa la possibilità di un «passaggio». Occorre fermarsi, sostare con lo sconosciuto, egli non può continuare nella notte il suo viaggio se prima non lo si fa entrare nella propria casa. Così accade: «Resta con noi».

L’invito a restare diventa insistente: dalla Parola all’Eucaristia. Quegli occhi incapaci di riconoscerlo si schiudono all’incontro, i loro cuori tristi si accendono di speranza, quel cibo diventa eucaristia. E’ la Pasqua del crocifisso risorto! E’ la risposta che i due discepoli hanno cercato e trovato. La casa di Emmaus è icona della chiesa che ha riscoperto la presenta del Risorto: Egli si è fermato! Si è seduto per condividere l’ospitalità. Gesù è entrato: nel cammino, nella mente, nel cuore, nella casa, nelle attese, nelle speranze dei due discepoli. Così il loro incontro si trasforma in annuncio: saranno testimoni da Gerusalemme fino agli estremi confini della terra (At 1,8).

DOMANDE

L’esperienza cristiana avviene lungo una strada: dalla delusione alla scoperta. Puoi dire di aver fatto la scoperta di Dio nella tua vita?

Come giudichi il cammino di questo tempo? Quali sono i segni di delusione presenti nel mondo? Quali i segni di speranza?

Lo sconosciuto pellegrino ascolta e cammina insieme a loro: sei capace di ascoltare l’altro che ti è vicino? Sai farti compagno nel cammino di chi è deluso?

La Parola e l’accoglienza: come vivi l’accoglienza della Parola di Dio? La leggi personalmente? La ascolti nell’assemblea?

Emmaus culmina nell’ambiente della casa: fanno entrare il pellegrino sconosciuto e spezzano il pane dell’amicizia. L’Eucaristia al centro: accade così anche nella tua famiglia e nella tua comunità?

PREGA

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni. (Salmo 23)

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