II Domenica di Pasqua (Anno A). La paura, le piaghe, la pace e il perdono

L'incredulità di Tommaso (Caravaggio) L'incredulità di Tommaso (Caravaggio) Wikipedia
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Vincere la chiusura e la morte

In questa domenica il testo del vangelo ci porta all’interno di un luogo chiuso dominato dalla paura e, in ultima analisi, dalla morte. Gesù si fa presente in quello spazio, (non importa come, importante è il fatto: lui è lì) e la sua presenza comunica pace e infonde vita e gioia. Al posto della paura, la pace. Il saluto pasquale produce la trasformazione, l’identificazione grazie alle ferite allontana il dubbio e il turbamento.

La scena racchiude l´abbozzo di una celebrazione domenicale: il giorno del Risorto, la presenza di Gesù nella comunità, la riconciliazione per il perdono dei peccati, la memoria della passione, il dono dello Spirito. È la Pasqua settimanale, la prima nella vita dei discepoli di Gesù.

La missione della pace e del perdono

Otto giorni dopo Gesù si presenta di nuovo e per la seconda volta offre il dono che riassume tutti i doni della pasqua: la pace. E con essa la missione. Non si tratta di una missione nuova, ma è la stessa missione di Gesù, che si estende a tutti quelli che sono i suoi discepoli: essere testimoni dell’amore del Padre e per realizzare questo compito ricevono la forza dello Spirito. 

Il dono dello Spirito ci riposta alle origini dell’umanità: nella creazione con il suo soffio Dio tramette la vita all’uomo, così anche il soffio di Gesù comunica la vita alla nuova creazione. 

Cristo, che morì per togliere il peccato del mondo, già risuscitato, lascia ai suoi il potere di perdonare. In questo modo, il Signore non istituisce solo un sacramento; condivide il suo trionfo sul male e sul peccato. Dopo la risurrezione è possibile credere nel perdono perché il potere delle tenebre non è più il dominatore assoluto del mondo. Il risorto è il Signore, perché ha vinto la morte. Credere questo e lavorare di conseguenza è essere cristiano.

Di lì che il perdono dei peccati sia per i discepoli di Cristo la ricchezza più grande della Chiesa. La capacità di perdonare è l’immagine più vera del Padre e la forza che permette di risolvere le grandi tensioni dell’umanità. Anche se questa forza penetra difficilmente nei cuori, essa non smette di essere un grande segreto... Chi non sa perdonare, non sa amare. Nella riconciliazione si mostra l´amore più autentico.

I dubbi di Tommaso

Tommaso, uno dei protagonisti del quarto vangelo, mostra il suo carattere dubbioso e facile allo sconforto. Si era dato una certa importanza invitando i compagni a morire con il Maestro (11,16), non sapeva dove andasse Gesù (14,5) e adesso rifiuta l’omaggio della sua fede nella risurrezione affermata dagli apostoli. 

Abbiamo visto il Signore! All’inizio del vangelo (Gv 1,41.45), Andrea, Giovanni e Filippo, quando incontrarono il messia, corsero ad annunciarlo ad altri. Adesso l’annuncio è ufficiale da parte dei testimoni oculari.

Ma Tommaso non riesce a credere attraverso a dei testimoni: vuole fare la sua esperienza. Il vangelo è cosciente della difficoltà di qualunque persona per credere nella Risurrezione. Tommaso è disposto a credere, ma vuole risolvere personalmente ogni dubbio. Gesù non vede in lui uno scettico indifferente, ma un uomo alla ricerca della verità e gli offre piena soddisfazione. Gesù sa che Tommaso lo ama ed ha compassione per lui, perché non gode ancora della pace, che viene dalla fede. Lo aiuta a progredire nella fede. 

Signore mio e Dio mio!

È la professione di fede nel Risuscitato e nella sua divinità come è proclamata anche all’inizio del vangelo di Giovanni (1,1) È la professione di fede pasquale nella divinità di Gesù, la più chiara e diretta. Gesù non corregge le parole di Tommaso, come aveva corretto quelle dei Giudei che lo accusavano di voler essere “uguale a Dio” (Gv 5,18ss), approvando così il riconoscimento della sua divinità.

L’evangelista Giovanni pone in chiaro che aver convissuto fisicamente con Gesù non è criterio sufficiente per conoscerlo in profondità. D’altra parte, anticipa che questa conoscenza di Gesù si può dare anche in coloro che non hanno convissuto con Lui.

Beati quelli che credono senza aver visto. Si tratta di una realtà sentita intensamente nelle prime comunità cristiane. Questo testo ci offre la grande allegria di sapere che, oggi, possiamo comprendere Gesù perfino meglio di quelli che vissero con Lui. Ci troviamo realmente nel tempo pasquale.

Con i versetti 30-31 termina il vangelo di Giovanni (il capitolo 21 é una aggiunta posteriore). La finalitá di questo vangelo non era quella di scrivere la vita completa di Gesù, ma di dimostrare che Gesù era il Messia, il Figlio di Dio. perché credendo in Lui abbiamo la vita eterna. La frase “perché crediate” non è diretta ai non credenti, per cercare di convertirli, ma ai credenti, per rafforzare la fede che già hanno e per mezzo di questa possano avere la pienezza della vita. Il quarto Vangelo è essenzialmente un messaggio di salvezza, con l’annunzio esplicito di Cristo, come vero Salvatore.

Ultima modifica il Venerdì, 21 Aprile 2023 12:09

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