L'arcivescovo, assassinato mentre celebrava la Messa.
Oscar Romero, nato a El Salvador nel 1917, fu ordinato sacerdote nel 1942 e nel 1977 Paolo VI lo nominò arcivescovo di San Salvador, in un contesto politico di forte repressione, soprattutto nei confronti delle organizzazioni contadine. L'assassinio del sacerdote gesuita Rutilio Grande è considerato il momento della "conversione" di Romero, che iniziò allora a denunciare la repressione, la violenza dello Stato e lo sfruttamento imposto dai settori politico-militare ed economico, sostenuta dagli Stati Uniti.
La vita di questo discepolo missionario di Gesù Cristo è stata segnata dalla sua incondizionata fedeltà al Vangelo. Come uomo di Chiesa, divenne il grande araldo della fede e l'ammirevole maestro della verità. Le sue omelie, predicate in modo semplice ma profondo, rafforzavano e incoraggiavano il popolo nella sua speranza e denunciavano coraggiosamente le ingiustizie commesse.
Molto famosa quella del Sabato Santo 1979 nella quale diceva, a proposito del martirio: "Grazie a Dio, abbiamo pagine di martirio non solo nella storia del passato, ma anche nel presente. Ci sono sacerdoti, religiosi, catechisti, umili contadini che sono stati uccisi o perseguitati per essere fedeli all'unico Dio e Signore. Anch'io ho ricevuto spesso minacce di morte. Devo dirvi che come cristiano non credo nella morte senza resurrezione. Se mi uccidono, io risorgerò nel mio popolo salvadoregno. Come pastore, sono obbligato a dare la mia vita per coloro che amo, che sono tutti salvadoregni, così come per coloro che mi uccideranno. Se riusciranno a portare a termine le loro minacce, d'ora in poi offrirò il mio sangue a Dio per la redenzione e la resurrezione del Salvador".
L'arcivescovo Oscar Romero fu assassinato mentre celebrava la Messa il 24 marzo 1980 per aver difeso i poveri. Fu ucciso "per odio verso la fede" per volere della giunta militare che dominava il Paese. Papa Francesco lo ha beatificato il 23 maggio 2015 e canonizzato il 14 ottobre 2018 insieme a Papa Paolo VI e ad altri tre Beati.
Un giorno per ricordare i missionari martiri
Dal 1993, il 24 marzo è stato scelto per celebrare ogni anno la "Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei martiri missionari". Nell'anno 2022, secondo le informazioni raccolte dall'Agenzia Fides, sono stati uccisi nel mondo 18 missionari: 12 sacerdoti, un religioso, tre religiose, un seminarista, un laico. Negli ultimi 20 anni, dal 2001 al 2021, sono stati uccisi in tutto il mondo 526 operatori pastorali, tra cui 5 vescovi.
Sant'Oscar Romero, vescovo e martire, ci ricorda che l'opzione della Chiesa per i poveri e gli ingiusti non è una questione secondaria, ma è il cuore dell'identità cristiana, della sequela di Gesù, del vero significato della missione.
*Padre Jaime C. Patias, IMC, Consigliere Generale per l'America