LEGGI
Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 43-50)
Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: "Seguimi!". Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret". Natanaele gli disse: "Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaele gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi". Gli replicò Natanaele: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!".
RIFLETTI
Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza autentica di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri. Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa. Per questo, chi desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada che riconoscere l'altro e cercare il suo bene. Non dovrebbero meravigliarci allora alcune espressioni di san Paolo: "L'amore del Cristo ci possiede" (2 Cor 5,14); "Guai a me se non annuncio il Vangelo!" (1 Cor 9,16).
La proposta è vivere ad un livello superiore, però non con minore intensità: "La vita si rafforza donandola e s'indebolisce nell'isolamento e nell'agio. Di fatto, coloro che sfruttano di più le possibilità della vita sono quelli che lasciano la riva sicura e si appassionano alla missione di comunicare la vita agli altri". Quando la Chiesa chiama all'impegno evangelizzatore, non fa altro che indicare ai cristiani il vero dinamismo della realizzazione personale: "Qui scopriamo un'altra legge profonda della realtà: la vita cresce e matura nella misura in cui la doniamo per la vita degli altri. La missione, alla fin fine, è questo". Di conseguenza, un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da funerale. Recuperiamo e accresciamo il fervore, "la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime […] Possa il mondo del nostro tempo - che cerca ora nell'angoscia, ora nella speranza - ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradi fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo". (Evangelii Gaudium 9-10)
DOMANDE
Ogni esperienza autentica di verità cerca espansione, esige di essere comunicata perché spinta da gioia. Qual è il mio incontro fondamentale con Cristo che sprigiona in me questa energia?
"Io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi". Guardando alla mia storia, sento di essere stato, anche io, guardato da sempre? Faccio esperienza di questo Amore che mi precede?
"Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto …". Ho mai coinvolto qualcun altro nella relazione di Amore con il Signore o ho voluto tenere tutto soltanto per me?
PREGA
Padre, Dio di misericordia,
donaci il tuo Spirito, perché smascheri
i nostri frequenti "troppo", con cui soffochiamo in noi l'universalità
della fede e dell'amore:
siamo troppo individualisti per pensare
e camminare insieme;
troppo chiusi per tessere relazioni
con gli altri;
troppo stanchi per aiutare i fratelli;
troppo pieni di noi stessi per condividere
la gioia del tuo Amore, i nostri beni e le nostre amicizie, specialmente quella con Te.
Aiutaci, Padre, te lo chiediamo per Gesù Cristo, che scende ogni giorno sui nostri altari
ed è presente in ogni uomo e nel suo creato.
(Rolando Palazzeschi)