ASCOLTA
E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli. (Mt 26, 30-35)
Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente. (Lc 22, 58-62)
RIFLETTI
[In questa Eucarestia di Ordinazione Sacerdotale che celebriamo oggi nella città vecchia di Gerusalemme] c’è una caratteristica che forse è un po’ disturbante, che si vorrebbe forse un po’ dimenticare o almeno sfumare. Cioè, il fatto che siamo nella Chiesa di san Pietro in Gallicantu. Questa Chiesa è stata scelta per motivi penso anche esteriori, perché bella, perché raccolta, perché silenziosa, ma noi non possiamo stare qui senza ricordare ciò che qui è avvenuto, uno dei momenti più neri della storia della Chiesa. Qui. Il rinnegamento di Gesù non da parte di un nemico, di un deluso, di un avversario, di un concorrente, ma da parte di un uomo cui Gesù aveva dato tutto, in cui aveva riposto piena fiducia, a cui aveva promesso pieni poteri e che si era compromesso lui stesso di essere fedele fino alla morte. Ecco, questo è il luogo dove abbiamo sperimentato in Pietro il limite estremo della nostra debolezza e fragilità, dove abbiamo sperimentato la nostra infedeltà e incoerenza là dove si aspettava fedeltà e perseveranza. Il luogo dove abbiamo sperimentato la nostra ingratitudine, là dove si aspettava riconoscenza. Il luogo dove abbiamo sperimentato la nostra inaffidabilità e la nostra paura, là dove si aspettava amicizia coraggioso in risposta a quella di Gesù.
E per questo qualcuno, forse, vorrebbe che noi sorvolassimo su questa circostanza della scelta di questa Chiesa, dato che questa circostanza può anche un po’ disturbare e sembrare di cattivo gusto o addirittura di cattivo augurio. Eppure, se noi ci pensiamo, proprio questo luogo del rinnegamento di Pietro è il luogo centrale della vocazione di Pietro e, quindi, della Chiesa e, quindi, di ciascuno di noi. È in questo luogo che Pietro, avendo sperimentato tutta la sua fragilità, paura, debolezza, tiepidità si vede perdonato dallo sguardo di Gesù. Ed entra, quindi, nel disegno misterioso di Dio che è di perdonare, di salvare, di riconciliare, di riabilitare quei peccatori fragili, timorosi, paurosi che siamo noi, incominciando da Pietro.
E, quindi, da qui, da questo momento nasce quell’esperienza dell’intimità con Gesù che sarà poi alla base della triplice risposta di Pietro presso il lago di Tiberiade piena di umiltà e piena di affetto: Signore, tu lo sai che io ti amo. E sarà l’origine da qui di tutto l’itinerario di Pietro fino alla morte: ti condurranno dove tu non vorrai. Ed è quindi qui che noi possiamo capire, che voi potete capire il vostro presbiterato, il vostro sacerdozio come partecipazione a questa visione misericordiosa e perdonante di Dio e della Chiesa con la capacità di dare coraggio e speranza soprattutto ai giovani. (C.M. Martini, Omelia di Ordinazione, S. Pietro in Galli Cantu, Gerusalemme, Giugno 2007)
PREGA
Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso,
e la saggezza per conoscerne la differenza.
Vivendo un giorno per volta;
assaporando un momento per volta;
accettando la difficoltà come sentiero per la pace.
Prendendo, come Lui ha fatto, questo mondo peccaminoso così com'è, non come io vorrei che fosse.
Confidando che Egli metterà a posto tutte le cose, se io mi arrendo al Suo volere.
Che io possa essere ragionevolmente felice in questa vita,
e infinitamente felice con Lui per sempre nella prossima (Reinhold Niebuhr)