ASCOLTA
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». (Lc 1, 39-45)
RIFLETTI
Aiutami, Maria, a credere. Dimmi cosa vuole dire credere alla risurrezione di tuo Figlio.
Quando sentirai rumori di guerra e gli uomini moriranno di paura attorno a te " e si solleveranno popoli contro popoli e regni contro regni" (Mt 24,7), dì a te stesso con estremo coraggio: "Gesù mi aveva avvertito e aveva aggiunto: non temete, alzate il capo perché la liberazione è vicina” (Lc 21,28). Quando il peccato ti stringerà alla gola e ti sentirai soffocato e finito, dì a te stesso: "Cristo è risorto dai morti e io risorgerò dal mio peccato". Quando la vecchiaia o la malattia tenterà di amareggiare la tua esistenza, dì a te stesso: "Cristo è risorto dai morti e ha fatto cieli nuovi e terra nuova". Quando vedrai spegnersi la carità attorno a te e vedrai gli uomini come impazziti nel loro peccato e ubriacati dai loro tradimenti, dì a te stesso: "Toccheranno il fondo, ma torneranno indietro perché lontano da Dio non si può vivere". Quando il mondo ti apparirà come sconfitta di Dio e sentirai la nausea del disordine, della violenza, del terrore, della guerra dominare sulle piazze e la terra ti sembrerà il caos, dì a te stesso: "Gesù è morto e risorto proprio per salvare e la sua salvezza è già presente tra di noi".
Questo significa credere nella risurrezione. Ma non basta. Credere al Cristo risorto significa ancora qualcosa.
Ogni missionario che parte è un atto di fede nella Risurrezione. Ogni lebbrosario che si apre è un credo nella Risurrezione. Ogni trattato di pace è un atto di fede nella Risurrezione. Ogni impegno accettato è un atto di fede nella Risurrezione. Quando perdoni al tuo nemico, quando sfami l'affamato, quando difendi il debole credi nella Risurrezione.
Quando hai il coraggio di sposarti, quando accetti il figlio che nasce, quando costruisci la tua casa credi nella Risurrezione. Quando ti alzi sereno al mattino, quando canti al sole che nasce, quando vai al lavoro con gioia credi nella Risurrezione.
Credere nella Risurrezione significa permeare la vita di fiducia, significa dare credito al fratello, significa non aver paura di nessuno. Credere nella risurrezione significa pensare che Dio è padre, Gesù tuo fratello e io, Maria, tua sorella e, se vuoi, tua Madre. (Carlo Carretto, Beata te che hai creduto, BUC, pp. 89-92)
PREGA
Signore, io credo: io voglio credere in Te.
O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane.
O Signore, fa che la mia fede sia libera: cioè abbia il concorso personale della mia adesione, accetti le rinunce ed i doveri che essa comporta e che esprima l’apice decisivo della mia personalità: credo in Te, o Signore.
O Signore, fa che la mia fede sia certa; certa d’una sua esteriore congruenza di prove e d’una interiore testimonianza dello Spirito Santo, certa di una sua luce rassicurante, d’una sua conclusione pacificante, d’una sua assimilazione riposante.
O Signore. fa che la mia fede sia forte; non tema le contrarietà dei problemi, onde è piena l’esperienza della nostra vita avida di luce; non tema le avversità di chi la discute, la impugna, la rifiuta, la nega; ma si rinsaldi nell’intima prova della Tua verità, resista alla fatica della critica, si corrobori nella affermazione continua sormontante le difficoltà dialettiche e spirituali, in cui si svolge la nostra temporale esistenza.
O Signore, fa che la mia fede sia gioiosa e dia pace e letizia al mio spirito, e lo abiliti all’orazione con Dio e alla consacrazione con gli uomini, così che irradi nel colloquio sacro e profano l’interiore beatitudine del suo fortunato possesso.
O Signore, fa che la mia fede sia operosa e dia alla carità le ragioni della sua espansione morale, così che sia vera amicizia con Te e sia in Te nelle opere, nelle sofferenze, nell’attesa della rivelazione finale, una continua testimonianza, un alimento continuo di speranza.
O Signore, fa che la mia fede sia umile e non presuma fondarsi sull’esperienza del mio pensiero e del mio sentimento; ma si arrenda alla testimonianza dello Spirito Santo, e non abbia altra migliore garanzia che nella docilità alla Tradizione e all’autorità del Magistero della santa Chiesa. Amen. (Paolo VI)