Alla luce della Conferenza di Murang'a

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In questo giorno del Convegno facciamo un vero e proprio salto nel tempo e ci immergiamo nell'evento delle Conferenze di Murang'a, avvenuto a soli tre anni dall'arrivo dei primi missionari in Kenya, dall’uno al tre di marzo del 1904. 

Mons. Giovanni Crippa, Missionario della Consolata, Vescovo di Ilheùs, in Brasile, storico di formazione e con buona pedagogia e metodologia ci aiuta a comprendere le premesse che hanno determinato quell'incontro dei Missionari della Consolata e a vederne gli effetti che ha generato tanto all'interno dello stesso gruppo di Missionari come nella pratica della loro azione evangelizzatrice.

Fin da subito chiarisce che il Fondatore non è stato mai preoccupato di "inventare" ex-novo una metodologia missionaria, perché era fermamente convinto che essa dovesse emergere a partire dall'esperienza, e i veri protagonisti sarebbero stati i primi missionari sul campo: anche per questo motivo sono partiti quasi subito dopo la fondazione della comunità. Per preservare l'unità di intenti, di fronte alle "minacce" interne ed esterne che erano emerse quasi subito, il gruppo sentì l'esigenza di riunirsi al completo per dedicare del tempo agli esercizi spirituali (il mattino) e alla riflessione (il pomeriggio): si trattava di identificare una linea comune per proseguire la missione appena iniziata. Il documento conclusivo, approvato in toto dall'Allamano, ha costituito una vera e propria pietra miliare, valido ancora oggi nei suoi elementi sostanziali. 

Sr. Simona Brambilla, superiora Generale delle Missionarie della Consolata, espone le modalità e le esperienze di quella che oggi si chiama sinodalità, a cui le Missionarie sono ricorse spesso e volentieri, non solo nella celebrazione puntuale di capitoli generali, assemblee e conferenze, ma anche, in tempi recenti, in processi più lunghi e che hanno determinato le scelte carismatiche della comunità: la ratio Missionis che si sta ancora elaborando e il pano di ristrutturazione della comunità che ha visto molte chiusure anche affiancate da un numero importante di nuove aperture nelle frontiere missionarie dell’Asia. Un altro aspetto proprio della metodologia di Muranga, e che ha prodotto ottimi frutti nella pratica evangelizzatrice dei Missionari e della Missionarie della Consolata, è stata la decisione di essere sempre al lato delle persone alle quali siamo inviati.

P. James Lengarin, vice superiore Generale dei Missionari della Consolata, per dire dell’importanza per noi di entrare sempre in sintonia con l'ambiente usa l'immagine di una campana tibetana, che risuona solo se incontra il battaglio giusto. Nel nostro impegno missionario dobbiamo essere sempre attenti a riconoscere i segni dei tempi, capaci di ascolto della realtà, vivendo in empatia con le passioni e le sofferenze della gente.

* Alessandra Pulina è Missionaria della Consolata, redattrice di Andare alle Genti

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