La fede: essere tutto di Dio
Trattando della fede, il beato Giuseppe Allamano fa una distinzione. C'è una fede teologica o teorica che si identifica con il contenuto della fede cristiana, che noi tutti confessiamo senza difficoltà ogniqualvolta recitiamo a Credo. È la fede che la Chiesa insegna e ci propone, che il magistero delucida, che i teologici approfondiscono. C'è poi la fede pratica, lo spinto di fede, che deve diventare vita e trasformarsi in opere, perché come ben ricorda 5. Giacomo: «La fede senza le opere è morta» (Gc 2,20). Fede pratica è la ricerca costante della volontà di Dio, quando cioè riferiamo i nostri pensieri, i nostri sentimenti, il nostro agire solo a Dio. "Dio solo!", ripete sovente e con convinzione l'Allamano “Tutto di Dio tutto da Dio, tutto in Dio!”
Questa fede pratica, aggiunge ancora riportando un paragone di Sant'Agostino, è paragonabile ad un edificio, «che per essere innalzato, richiede buone fondamenta sulle quali poi, con materiale ben ordinato, si costruiscono i diversi piani» (CW 85).
La fede è un dono che Dio ci ha elargito, senza alcun nostro merito, nel nostro battesimo. Ma essa è come un germe che deve crescere, svilupparsi fino a produrre frutto. Ecco allora che il beato Allamano esorta a porre tutta l'attenzione proprio sullo "spinto di fede", sulla "fede pratica" che deve essere accolta e nutrita, deve crescere e svilupparsi fino a portarci alla santità. E per praticarla egli suggerisce di percorrere una via veloce di crescita che troviamo nel vangelo di Matteo.
La Parola di Dio
In quel tempo Gesù prese a dire: «lo ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e delle terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Si, Padre, perché cosi ti è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio, nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo». (Mt 11, 25-27)
Ascoltiamo la parola del Beato Giuseppe Allamano
“Sant’Agostino ammonisce: “Sorgono gli ignoranti e rapiscono il regno di Dio e a noi, con tutta la nostra dottrina, lasciano la terra!”. Certo, non bisogna credere senza autorità e anche senza ragioni, ma quando vi sono ragioni da credere e chi insegna è verace, allora si crede. San Tommaso d'Aquino spiega che la fede non è solo nell'intelletto, ma anche nella volontà, e che non la ragione ma la volontà determina a credere. Ci vuole semplicità per ottenere di credere» (CVV, 89).
" «Un missionario o una missionaria che non abbia questa fede semplice e integra,da trovare alla sera la sua consolazione ai piedi di Gesù Sacramentato, che cosa farà? Quando non c'è questa fede umile, semplice e integra, non c'è più nulla” (CVV 89).
«Si può, anzi si deve studiare, approfondire le cose, ma dire sempre: credo, Signore! San Pietro esortava così i primi cristiani: "Come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza" (l Pt 2,2).
Via, andiamo avanti con umiltà e semplicità nelle cose di fede! Colui che si mette a dubitare di tutto, a poco a poi giungerà anche a dubitare di cose di fede. Saranno poi solo tentazioni, che pero disturbano. In questa casa bisogna che vi sia la semplicità. Voglio che siate semplici, il che non vuol dire credere a tutto. Il Signore ci ha avvertiti: “Siate prudenti come serpenti e semplici some colombe” (CCV 89).
Rifletto e interrogo me stesso in silenziosa preghiera
“Padre”: in lingua ebraica "Abba" corrisponde al nostro appellativo "papà", che ogni bambino rivolge con affetto al suo genitore. È una delle prime parole balbettate dal bambino, parola semplice, ma origine di ogni altra. "Padre-papà" è la parola che esprime il desiderio e il piacere di dialogare, di comunicare. Questa parola è il centro della nostra fede, effusa dallo Spirito Santo nei nostri cuori: "Abba!" (cf Rm 5,5). È da questa parola che nasce il mio rapporto di fede con Dio.
Con quanto affetto la pronuncio? Mi nasce spontanea dal cuore?
Da questo rapporto fondamentale con il Padre, sorge in me come frutto spontaneo la consapevolezza che coloro che mi circondano sono miei fratelli e mie sorelle, perché siamo tutti figli dello stesso Padre. Mi riesce facile fare questo secondo passo richiesto dalla mia fede cristiana?
«Hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli»: diceva Hillel, un grande maestro della legge ebraica antica: «Un ignorante non evita il peccato, un analfabeta non può essere pio» Per Israele, infatti, la conoscenza della parola era la sola via verso la salvezza e la sua ignoranza era peccato. Gesù invece, a questi piccoli, ignoranti e senza parole, rivela la Parola "Abba". Anche noi, al di 1 delle tante parole con cui decoriamo la religione, dobbiamo coltivare questa "ignoranza" sapienziale, propria del povero: sono le ali che ci portano a Dio.
Dove ricerco io questa sapienza dei piccoli? Sono disponibile a sottopormi al duro cammino di ascesi e rinunzia per raggiungere questa sapienza che mi dà accesso al cuore dell’ “Abba"?
«Sì, Padre, perché casi ti è piaciuto»: Santa Teresa di Lisieux è universalmente conosciuta come la santa che ha insegnato al mondo la «piccola via dell'infanzia spirituale» e ha parlato spesso della necessità di «farsi piccoli davanti a Dio» e di ave trovato «una via tutta dritta, molto breve, una piccola via tutta nuova» per esprimere la sua fede in Dio. La sua via per giungere al cielo è la via della semplicità, 1, via dei miti e dei puri di cuore. I trattati complicati, dove la fede pare riservata a teologi e a pochi eletti, non la interessa.
Mi soffermo ora anch'io a riflettere e a pregare su tre termini: semplicità; mitezza; purezza di cuore.
Trasformiamo in preghiera le parole di alcuni testimoni
«Giuseppe Allamano era un vero uomo di Dio che viveva di de; non era infingardo, e cioè in lui non vi era soltanto apparenza esterna, ma intima convinzione che lo portava a fare tutto per amore di Dio e per il bene delle anime».
Signore Gesù, tu che hai detto: «imparate da me che sono mite ed umile di cuore, dacci una mente aperta e un cuore di bambino affinché sappiamo aprirci con fede al tuo amore e spenderci con tutte le nostre forze per la salvezza dei nostri fratelli.
«La fede di Giuseppe Allamano era viva, piena, universale, generosa, e si manifestò in tutte le sue parole, in tutti i suoi insegnamenti, e in ogni sua azione».
Signore Gesù, con gli Apostoli anche noi diciamo: «noi crediamo, ma tu accresci la nostra fede!». Possa la nostra vita essere sempre ispirata dalla tua Parola, il nostro cuore essere pieno della tua presenza, e il nostro agire diretto dalla tua mano.
« Giuseppe Allamano era animato da fiducia incrollabile negli aiuti del Signore, quindi la prontezza delle sue decisioni, e la costanza nell'attuarlo non proveniva da calcoli umani e neppure da sue qualità e abilità personali, ma dalla sua fede forte e illuminata».
Signore Gesù, ci hai invitato a guardare agli uccelli del cielo e ai gigli del campo: fa' che, sull'esempio e per l'intercessione di Giuseppe Allamano, possiamo sperimentare in ogni circostanza la vicinanza paterna di Dio Provvidenza.
«Giuseppe Allamano dava l'impressione a quanti l'avvicinavano, di vivere unicamente la vita di fede di quella fede che tutto attinge da Dio, tutto si riferisce a Dio, tutto opera per Dio. La sua vita era completamente permeata da questo spirito di fede che si manifestava con evidenza in ogni sua azione, e di cui era ripiena l'anima sua».
Signore Gesù, non permettere che la nostra vita sia guidata dai soli calcoli umani. Aiutaci, con la luce che viene dal tuo Santo Spinto, ad abbandonarci in ogni circostanza alla volontà del Padre tuo.
O Padre, fonte di ogni bene,
salga a te il nostro inno di lode
per i doni che hai concesso al Beato Giuseppe Allamano.
Nella Chiesa egli fu ministro della consolazione di Maria,
guida saggia e prudente delle anime,
padre di famiglie consacrate alla missione.
Degnati benigno,
se è per la tua gloria e il bene delle anime,
di glorificarlo nella Chiesa
concedendoci la grazia che con fiducia ti chiediamo
per sua intercessione.
Amen.