Qualcosa di grande

Pubblicato in Preghiera missionaria

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Canto


Quale gioia, mi dissero: Andremo alla casa del Signore.
Ora i piedi, oh Gerusalemme, si fermano davanti a te.

Ora Gerusalemme è ricostruita come città salda forte e unita.
Salgono insieme le tribù di Jahwè, per lodare il nome del Signor d’Israele.

Là sono posti i seggi della sua giustizia, i seggi della casa di Davide
Noi siamo il suo popolo, egli è il nostro Dio: possa rinnovarci nella fedeltà.

Guida - Il titolo che ha questo incontro di preghiera ci indica il cammino che faremo insieme per scoprire il vincolo che unisce santità e missione; una preghiera che vuole andare alle radici della chiamata ricevuta nel battesimo. Ma chi è il santo?

1° lettore - Io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, poiché io sono santo.
Io sono il Signore, che vi ho fatti uscire dal paese d’Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché io sono santo (Lev 11, 44).

Guida - La Scrittura ci rivela che la santità non deve essere vista come una qualità di Dio, tra le tante altre, ma come ciò che esprime la sua essenza, di fronte alla quale ogni uomo, ridotto alla schiavitù dal peccato, è preso da un grande timore.

2° lettore - Il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei? ». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto» (Gn 3, 9-10).

Un gesto: portare i ritagli e leggere alcuni titoli di quotidiani o riviste missionarie, di cronaca o denunce di ingiustizie che esprimano alla radice ciò che è capace di compiere l’uomo lontano dal suo creatore.

Guida - Nel contesto dell’Antico Testamento, segnato dal peccato originale, la santità appare come una distanza infinita tra il creatore e ogni sua creatura; tutta la storia del popolo d’Israele vive questa duplice esperienza: sentendosi continuamente ricercato da Dio (per bocca dei patriarchi, re, profeti) e il tradimento vissuto, che genera paura, nascondimento e fuga dalla vocazione ricevuta. La distanza infinita verrà superata soltanto da Gesù, che diventerà il ponte fra cielo e terra.

Viene portato al centro un crocifisso, ai piedi del quale vengono raccolti tutti i precedenti articoli e fissati al legno.

1° lettore - «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse».

Guida - Gesù è il santo inviato dal Padre e la sua missione è quella di portare agli uomini la salvezza, cioè spiegare che l’origine della vita di ciascuno è stata amata da Dio con un amore eterno (Ger. 31, 3) e la meta finale a cui tendiamo tutti è la casa del Padre (Gv.14, 2). Entrare in questo grande disegno di salvezza è possibile soltanto se lasciamo entrare nelle nostre vite colui che ne possiede ogni segreto.

2° lettore - «In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che vi trovate; è lui la bellezza cha tanto vi attrae; è lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna».” (Giovanni Paolo II, ai giovani di Tor Vergata).

Canto

Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno;
con amore ed umiltà potrà costruirlo.

Se con fede tu saprai vivere umilmente
più felice tu sarai anche senza niente.

Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore
una pietra dopo l’altra alto arriverai.

Nella vita semplice troverai la strada
che la pace donerà al tuo cuore puro
e le gioie semplici sono le più belle
sono quelle che alla fine sono le più grandi.

Dai e dai, ogni giorno, con il tuo sudore
una pietra dopo l’altra alto arriverai.

Guida - L’incontro decisivo con Cristo è il cuore da cui nasce ogni cammino di santità e, dunque, di ogni missione e dà la forza di annunciare il vangelo in ogni situazione, anche le più difficili. Ascoltiamo due testimoni.

(Le letture possono essere accompagnate da una musica di sottofondo).

1° lettore - Dagli scritti del beato Giuseppe Allamano, fondatore dei missionari della Consolata - «L’opera della missione esige grande santità. Non basta una santità mediocre. Vi voglio santi e, come missionari, santi in modo superlativo! Non dimenticate mai che la conversione dei cuori è opera della divina grazia, e solo chi ne è ripieno, opererà prodigi di conversione… Prima santi e poi missionari. Non bisogna scambiare i termini. Alcuni, per un po’ di poesia, badano solo al secondo punto. No, prima santi e poi missionari!
Non è affatto presunzione il voler farsi santo; è presunzione il confidare soltanto nelle proprie forze».

2° lettore - Testimonianza del card. Francois-Xavier Nguyen Van Thuan, dalla residenza obbligatoria a Cáy-Vóng (Vietnam), 16 agosto 1975, dove ha vissuto 13 anni di prigionia, di cui 9 d’isolamento - «Gesù, ieri pomeriggio, festa di Maria Assunta, sono stato arrestato. Trasportato durante la notte da Saigon fino a Nbatrang (quattrocentocinquanta chilometri di distanza) in mezzo a due poliziotti, ho cominciato l'esperienza di una vita di carcerato. Tanti sentimenti confusi nella mia testa: tristezza, paura, tensione, il mio cuore lacerato per essere allontanato dal mio popolo. Umiliato, ricordo le parole della Sacra, Scrittura: “È stato annoverato tra i malfattori” (Lc 22, 37). Ho attraversato in macchina le mie tre diocesi, Saigon, Phanthiet, Nbatrang: con tanto amore verso i miei fedeli, ma nessuno di loro sa che il loro pastore sta passando, la prima tappa della sua Via crucis. Ma in questo mare di estrema amarezza, mi sento più che mai libero. Non ho niente con me, neanche un soldo, eccetto il mio rosario e la compagnia di Gesù e Maria.

Sulla strada della prigionia ho pregato: “Tu sei il mio Dio e il mio tutto”. Gesù, ormai posso dire come san Paolo: “Io, Francesco, a causa di Cristo, ora sono in prigione” (Ef 3, 1). Nel buio della notte in mezzo a questo oceano di ansietà, d'incubo, piano piano mi risveglio: devo affrontare la realtà. Sono in prigione, se aspetto il momento opportuno per fare qualcosa di veramente grande, quante volte nella vita mi si presenteranno simili occasioni? No, afferro le occasioni che si presentano ogni giorno per compiere azioni ordinarie in un modo straordinario. Gesù, io non aspetterò, vivo il momento presente, colmandolo di amore. La linea retta è fatta di milioni di piccoli punti uniti uno all'altro. Anche la mia vita è fatta di milioni di secondi e di minuti, uniti uno all'altro. Dispongo perfettamente ogni singolo punto e la linea sarà retta. Vivo con perfezione ogni minuto e la vita sarà santa.

Il cammino della speranza è lastricato di piccoli passi di speranza.

La vita di speranza è fatta di brevi minuti di speranza.

Come tu, Gesù, che hai fatto sempre ciò che piace al Padre tuo. Ogni minuto voglio dirti: Gesù, ti amo, la mia vita è sempre una “nuova ed eterna alleanza” con te. Ogni minuto voglio cantare con tutta la chiesa: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo».

Pausa di riflessione

Guida - Uniamo ora le nostre voci, invocando il Signore, perché ci faccia santi per il Regno; rispondiamo insieme, cantando:

Canto

Jubilate Deo. Jubilate Deo. Alleluia.

Lettori - Padre, donaci il tuo Spirito di santità: apra il nostro cuore al desiderio di vivere intensamente la nostra vocazione cristiana e missionaria.

Padre, donaci il tuo Spirito di santità: sostenga la nostra debolezza, riscaldi il nostro core perché, amando te sopra ogni cosa, ci facciamo vicini a coloro che soffrono.

Padre, donaci il tuo Spirito di santità: ci doni forza e intelligenza per capire i problemi del mondo e dare un esempio di generosità senza limiti.

Padre, donaci il tuo Spirito di santità: perché tanti giovani rimangano affascinati dalla tua chiamata e seguano Cristo povero, libero e umile sulle strade del mondo.

Guida - Dalla lettera apostolica «Novo millennio ineunte», di Giovanni Paolo II - «Andiamo avanti con speranza! Un nuovo millennio si apre davanti alla chiesa come oceano vasto in cui avventurarsi, contando sull'aiuto di Cristo. Il Figlio di Dio, che si è incarnato duemila anni or sono per amore dell'uomo, compie anche oggi la sua opera: dobbiamo avere occhi penetranti per vederla, e soprattutto un cuore grande per diventarne noi stessi strumenti. Non è stato forse per riprendere contatto con questa fonte viva della nostra speranza, che abbiamo celebrato l'anno giubilare? Ora il Cristo contemplato e amato ci invita ancora una volta a metterci in cammino: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo» (Mt 28, 19). Il mandato missionario ci introduce nel terzo millennio, invitandoci allo stesso entusiasmo che fu proprio dei cristiani della prima ora: possiamo contare sulla forza dello stesso Spirito, che fu effuso a Pentecoste e ci spinge oggi a ripartire sorretti dalla speranza «che non delude» (Rm 5, 5).

Il nostro passo, all'inizio di questo nuovo secolo, deve farsi più spedito nel ripercorrere le strade del mondo. Le vie sulle quali ciascuno di noi, e ciascuna delle nostre chiese, cammina, sono tante, ma non v'è distanza tra coloro che sono stretti insieme dall'unica comunione, la comunione che ogni giorno si alimenta alla mensa del pane eucaristico e della parola di vita. Ogni domenica, il Cristo risorto ci ridà come un appuntamento nel Cenacolo, dove la sera del «primo giorno dopo il sabato» (Gv 20, 19) si presentò ai suoi per «alitare» su di lessi il dono vivificante dello Spirito e iniziarli alla grande avventura dell'evangelizzazione».

Canto: Risurrezione

Che gioia ci hai dato, Signore del cielo, Signore del grande universo,

Che gioia ci hai dato, vestito di luce,

Vestito di gloria infinita, vestito di gloria infinita...
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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