Un Dio "minore"

Pubblicato in Preghiera missionaria
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Un canto natalizio per iniziare...


Alcune parole di introduzione e saluto. Poi, a cori alterni:

Rit. - I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera sua.
Alleluja, alleluja. Alleluja, alleluja.

Il giorno al giorno ne affida il messaggio,
la notte alla notte ne trasmette notizie,
non è linguaggio, non sono parole, di cui non si oda il suono. Rit.

Là pose una tenda per il sole che sorge,
è come uno sposo dalla stanza nuziale,
esulta come un prode che corre, con gioia, per la sua strada. RIt.

Lui sorge dall’ultimo estremo dei cielo
e la sua corsa l'altro estremo raggiunge.
Nessuna delle creature potrà mai sottrarsi al suo calore. Rit

La legge di Dio rinfranca l'anima mia,
la testimonianza del Signore è verace,
gioisce il cuore ai suoi giusti precetti, che danno la luce agli occhi. Rit

Guida - La preghiera che abbiamo iniziato vuole condurci a scoprire la bontà e l’amore di Dio verso ogni uomo, in ogni tempo e in ogni luogo. Il mistero dell’incarnazione è la scena del Dio piccolo e indifeso che nel suo amore si è esposto, per essere raccolto dalle nostre mani. È importante concentrarsi sul bambino, contemplarlo, perché in lui è rivelato ogni desiderio di assoluto che accompagna da sempre la storia dell’uomo, fatta di domande circa il senso della gioia e della sofferenza , della vita e della morte… Ascoltiamo alcune preghiere di uomini e donne, diversi per fede e origine, ma che esprimono lo stesso desiderio di conoscere Dio.

Ogni preghiera letta può essere accompagnata da un simbolo appropriato.

Lettori - Colui che è più grande della terra ed è al di là della terra e del cielo; colui che abita la terra ed il cielo; colui che non ha né padre, né madre; colui che non è né di ieri, né di oggi; che non ha né fame, né sete; l'invisibile che vede, che ascolta e che ascoltiamo. Colui che fa danzare il vento e l'acqua: lodiamolo, gridando, ringraziamolo. Egli ha ascoltato la mia preghiera. Venite a vedere: mi è nato un bambino. Voi che non avete figli, venite e vedrete un bambino che vagisce. Venite a salutare il re che dorme. Un gallo canta in casa mia: un gallo, ma di razza, come il cuore dei misteriosi antenati. (Da un canto di Agostino Ngongo - Congo)

Non andrò più alla caccia, né alla pesca, non coglierò dell'alta palma i grappoli, non cercherò miele nel bosco, perché tu mi hai lasciato. Poiché non ci sei più, non mangerò più miele, né radici o pesce. Ma perché sei scomparso, caro che amavo tanto? Voglio morire anch'io, perché non ci sei più. (Canto di una donna pigmea dell'Africa centrale)

Chi si ricorda, Signore, del tuo gesto fraterno, quando spezzasti il pane nella sera di Emmaus? Brilla ancora il tuo cielo come brillò la notte di natale e il sole in Galilea, come nelle tue sere, è ancora dolce; la brezza ha la freschezza serena delle pieghe del tuo manto. Ciò che fu, che sarà ci ravviva nel cuore l'appello irresistibile di ciò che hai promesso. Rinascerà la terra al tuo grido d'amore, ripercosso dai secoli sopra la folla immensa. Noi vogliamo una pasqua, le cene e le nozze dove l'agnello, il pesce, il vino facciano liberamente il giro della tavola! (Camille Roussau - Haiti)

Breve pausa di silenzio

Guida - Dopo aver espresso con queste preghiere il desiderio di conoscere il volto di Dio, prepariamo i nostri cuori all’ascolto della Buona Novella con i sentimenti del "piccolo e umile di cuore" evangelico, che vive unicamente di ciò che proviene dal Padre.

Canto: Alleluia

2° Lettore - In quei giorni, un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. (Lc 2, 1-7)

Guida - Il fine dell’uomo è di raggiungere Dio; essendo questo divenuto impossibile a causa del peccato, Dio non ha rinunciato: nel suo amore ha pensato di raggiungere lui stesso l’uomo facendosi missionario, cercando e trovando ciò che era perduto. Nella semplice espressione "partorì il figlio suo", che è il Figlio stesso di Dio, sta nascosta la più grande sorpresa, la gioia più sconvolgente di Dio e dell’uomo: la vera rivoluzione di tutta la storia.

Canto: Gloria (come quello della messa; a questo punto, si possono accendere dei ceri davanti al Bambino)

Guida - Quale fu lo stupore di Maria nel trovarsi la carne di Dio, Gesù, tra le braccia; nel vedere, udire, toccare e abbracciare in questo piccolo bambino, l’infinito! L’altissimo si è fatto piccolo, l’onnipotente bisognoso, la parola infante, l’immortale mortale, la gioia senza fine vagito di un bambino, pur di essere accolto e abbracciato da ognuno di noi. È il mistero dell’amore di Dio, che nulla teme e si espone ad ogni piccolezza, umiliazione, per raggiungere l’amato, dove si trova.

Pausa di silenzio. Poi viene recitato (o cantato) il Magnificat:

Tutti - L’anima mia magnifica il Signore. L’anima mia magnifica il Signore.
Perché ha fatto gran cose e santo, santo è il suo nome.
L’anima mia magnifica il Signore. L’anima mia magnifica il Signore.
Perché ha fatto gran cose e santo, santo è il suo nome.
Perché ha rivolto lo sguardo all’umiltà della sua serva,
ed ecco che fin d’ora tutte le genti mi chiameranno beata.
Depose i potenti dal trono ed innalzò gli umili,
saziò gli affamati e rimandò i ricchi a mani vuote.
L’anima mia magnifica il Signore. L’anima mia magnifica il Signore.
Perché ha fatto gran cose. E santo, santo è il suo nome.
L’anima mia magnifica il Signore!

Lettore - Un uomo aveva due figli: uno dalla carnagione bianca, avuto dalla prima moglie, l'altro dalla pelle nera, nato in seconde nozze. I due fratellini, pressapoco della stessa età, erano diversi quasi in tutto: carattere, gusti, tendenze. Ad uno piaceva la compagnia, all'altro la solitudine; uno amava i gatti, l'altro i cani; al primo arrampicarsi sugli alberi, al secondo pescare nel torrente. E proprio per questo il bene che si volevano era un bene vero. Avevano infatti capito - e in questo erano adulti più di un'infinità di adulti - una cosa semplice come l'aria e profonda come l'abisso: che l'amore è rispetto, e rispetto è libertà. Per cui non stavano appiccicati l'un l'altro come due mosche, né facevano mai paragoni fra di loro, né uno cercava di prevalere sull'altro. Liberi dentro, rendevano libero l'amore. E quando l'amore è libero, lo è senza limiti.

2° Lettore - Crescevano molto in fretta, poiché ognuno, attraverso le diversità dell'altro, vedeva, imparava, capiva moltissime cose che, da solo, non avrebbe mai neppure immaginato. Su di un'unica cosa si può dire che erano in accordo perfetto: sul colore della loro pelle che, per loro, non era né bianca, né scura, ma della stessa identica tinta. Mi direte: com'è possibile? Semplice: quando due persone sono diverse sotto tutti i punti di vista, ci mancherebbe che guardino al colore della loro pelle. Non lo vedevano. E fu questa la causa dell'unica discussione che ebbero un giorno, anzi una notte, tornando da una visita che li aveva commossi entrambi.

Disse Alef, il bimbo nero, a Maleb, il bimbo bianco:

- Hai visto la carnagione di quel bimbo nella grotta? Era scura come la tua. - Maleb non era d'accordo:
- Vorrai dire chiara come la tua.
- Perché, la mia ti pare chi chiara?
- Non è come la mia?
- Forse ho preso un po' più di sole - concluse Alef.

Ecco perché non sapremo mai se Gesù è nato bianco o nero. Perché i due bimbi che lo videro si volevano troppo bene per intendersi di colori della pelle.

Pausa di silenzio.

Poi si possono fare alcune preghiere spontanee, alternate al ritornello cantato:

Lodate Dio, cieli immensi ed infiniti…

Guida - La grande ruota della storia aveva sempre girato in quella direzione dalla periferia al centro, dal piccolo verso il grande, il meno al servizio del più, che non è altro che la legge del più forte, pesce grosso che mangia quello piccolo.

Così è accaduto nella grande famiglia umana...

Quando il figlio di Dio, quando Gesù è nato, là, alla periferia dei grandi imperi, alla periferia delle capitali, fuori anche dalla piccola città, Betlemme, nella stalla, nella mangiatoia, la grande ruota della storia per un attimo si è fermata. Qualcosa ha cominciato a girare all’incontrario o, meglio, nel senso vero della storia, della storia di una vera famiglia, nel senso del Regno di Dio: dal centro alla periferia, dal grande verso il piccolo, i re magi verso il bambino nella mangiatoia, il più al servizio del meno, perché il piccolo cresca e si stabilisca così l’uguaglianza e nell’uguaglianza la comunione più vera, come in Dio: comunione di persone uguali e distenti. Il più grande, l’infinito lo troveremo nel piccolo: davvero quello è stato l’anno zero della storia! È giusto, allora, contare gli anni da quel giorno in cui Dio si è fatto un Dio minore e la scelta preferenziale per gli esclusi è apparsa come luce delle nazioni. (G. Martirani)
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:07
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