La Croix Africa presenta un ritratto del Padre Celestino Marandu Basili, Missionario della Consolata di origine tanzaniana con 32 anni di sacerdozio missionario, quasi tutti dedicati al continente dov’è nato.
Formarsi in Africa
"Io mi sto battendo perché i missionari e i sacerdoti africani, e più in generale i giovani africani, siano formati in patria", spiega padre Celestino Marandu Basili, 64 anni, da 32 sacerdote Missionario della Consolata, o oggi amministratore della scuola primaria di Sago, nel sud-ovest della Costa d'Avorio.
“Cerco di convincere i giovani colleghi a smettere di pensare di studiare altrove -insiste-. Possiamo lavorare qui, migliorare la nostra cultura eliminando gli aspetti negativi, ma è necessario essere ancorati alle nostre realtà. Se siamo più è vicini alla gente, meglio la si può serve".
Gli anni del servizio missionario
Originario di Rombo, nella regione del Kilimanjaro nella Tanzania nord-orientale, Celestino ha prima studiato nel seminario diocesano locale ma "dopo un anno, non mi sentivo più attratto dalla vita sacerdotale e così ho continuato i miei studi nella scuola pubblica” senza mai smettere di impegnarsi nella chiesa del suo paese impegnandosi con la gioventù cattolica della Tanzania.
Fu in questo periodo che il suo interesse per il sacerdozio fu risvegliato da un prete della diocesi di Moshi. Inviato in Kenya da questo sacerdote negli anni '80, conobbe i Missionari della Consolata, e con loro ricominciò il suo cammino verso il sacerdozio fino al 26 giugno 1989 quando venne ordinato sacerdote dopo i corsi di il baccalaureato in filosofia, il noviziato e la teologia.
Destinato dalla sua comunità alla missione nella Repubblica Democratica del Congo (RD Congo), dopo un passaggio dal Canadà per imparare la lingua francese, nel 1990 fu mandato nella missione di Isiro-Kisangani, nel nord della RD Congo, dove rimase 18 anni.
Erano gli anni duri della guerra civile. “Durante la guerra -ricorda-, eravamo con tutti, non abbiamo chiuso la casa alla gente, ai militari o ai ribelli. Io amo il calcio, tanto soldati come ribelli venivano a giocare a calcio da noi. I Missionari della Consolata non sono mai stati attaccati durante gli scontri di quella guerra”. In questi anni fece anche uno stage in Italia per formarsi in amministrazione ma poi tornò in Congo dove rimase fino al 2008 ricoprendo anche il ruolo di vice superiore.
Poi nel 2009 ha raggiunto le missioni della Costa d’Avorio. Prima nella parrocchia di Grand Zattry, nell'ovest del paese, per "conoscere meglio la cultura del paese" ma poi, qualche mese dopo, si trasferì alla parrocchia di San Paolo a Sago, nel sud-ovest. In questa stessa parrocchia, è attualmente economo della scuola primaria.